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Confindustria, Squinzi: “Nord sull’orlo del baratro, tagliare il cuneo fiscale”

Il presidente di Confindustria all’assemblea annuale: “Bisogna ridurre il cuneo, eliminando il costo del lavoro dalla base imponibile Irap e tagliando di almeno 11 punti gli oneri sociali che gravano sulle imprese manifatturiere” – In tema di lavoro “occorre garantire più flessibilità in ingresso e nell’età del pensionamento per favorire il ricambio”.

Confindustria, Squinzi: “Nord sull’orlo del baratro, tagliare il cuneo fiscale”

“Il Nord Italia è sull’orlo di un baratro economico che trascinerebbe tutto il nostro Paese indietro di mezzo secolo, escludendolo dal contesto europeo che conta. E’ questo quello che vogliamo?”. Lo ha detto questa mattina il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, nel suo discorso all’assemblea annuale degli industriali.

Il leader degli imprenditori ha sottolineato che i tatticismi della politica hanno fatto sprecare all’Italia “tempo ed energie preziosi: abbiamo perso tutti”, per questo è necessario metter mano alle riforme “non più rinviabili, inclusa la legge elettorale. Ne serve una che assicuri legislature piene e stabilità governativa”.

LAVORO

Secondo Squinzi, “il mercato del lavoro è troppo vischioso e inefficiente. Occorre garantire più flessibilità in ingresso e nell’età del pensionamento per favorire il ricambio generazionale. Su questi temi gli aggiustamenti marginali sono inutili, in qualche caso dannosi”. 

Quanto al rifinanziamento degli ammortizzatori sociali, “è vitale – ha proseguito – ma non nascondo in tutta franchezza la mia contrarietà sul modo con cui il Governo ha reperito le risorse destinate a finanziare gli ammortizzatori in deroga”. La scelta di tagliare le risorse per gli accordi sulla produttività, “comporta il rischio concreto, segnalato al Governo, di generare altra disoccupazione – ha detto ancora il numero uno di Viale dell’Astronomia –. Le risorse destinate a sostenere l’occupazione, le politiche attive e la produttività non devono essere impiegate per altri fini. Per questo vanno reintegrate”.

La mancanza del lavoro “è la madre di ogni male sociale, ma questo tema va affrontato in maniera strutturale e con equilibrio intervenendo sul costo, sulla produttività e sulle regole”, ha continuato Squinzi, sottolineando tuttavia che “le parti sociali si stanno impegnando per il futuro del Paese”, al punto che “siamo a un passo, dopo sessant’anni, dal definire regole sulla rappresentanza”. 

FISCO

Il Presidente di Confindustria ha ribadito che l’Italia ha “un fisco punitivo e di intensità unica al mondo”, che colpisce “imprese e lavoratori” e “scoraggia gli investimenti e la crescita”, essendo “anche opaco, complicato e incerto nella norma. Quanto di peggio si possa immaginare per un investitore. Il fisco italiano sembra dire agli imprenditori che crescere non conviene, perché al crescere delle dimensioni aumentano oneri amministrativi, fiscali e previdenziali”. 

Pur conoscendo la “situazione dei conti pubblici” e sapendo che “non ci sono spazi per grandi interventi”, Squinzi ha sottolineato che “molte cose si possono comunque fare. Il peso fiscale può essere riequilibrato e non deve essere usato contro chi produce: imprese e lavoratori”. Nel 2012 il cuneo fiscale “è stato oltre il 53% del costo del lavoro, tra i più elevati nell’area Ocse. Questo vuol dire che più della metà di quello che le imprese pagano ai lavoratori va nelle casse dello Stato. Bisogna ridurre questo cuneo, eliminando il costo del lavoro dalla base imponibile Irap e tagliando di almeno 11 punti gli oneri sociali che gravano sulle imprese manifatturiere”.

CREDITI DELLE IMPRESE CON LA PA

Il numero uno degli industriali ha poi lanciato un avvertimento al governo: “Se per qualche ragione il nostro credito venisse usato per altri fini – ha detto -, chi ci governa sappia che il rapporto con gli imprenditori sarà compromesso irreparabilmente”. Squinzi ha ringraziato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, per aver lanciato “un messaggio forte sul pagamento dei debiti della P.A. Ora sul piatto abbiamo 40 miliardi da recuperare al più presto e siamo al lavoro sull’intero debito della P.A. Si tratta di una vera e propria manovra finanziaria per le imprese, inattesa e che molti davano per persa. Non ce l’abbiamo ancora fatta. Non è perfetta e siamo impegnati per migliorarla”.

CREDITO DELLE BANCHE ALLE IMPRESE

Secondo Squinzi, la situazione del credito “rende quasi impossibile non gli investimenti, ma l’ordinaria gestione delle imprese e. Ne mette in pericolo la sopravvivenza. Ecco perché è di primaria importanza l’immissione di liquidità nel sistema”. Il presidente di Confindustria ha ricordato che lo stock di prestiti erogati alle imprese è calato di 50 miliardi di euro negli ultimi diciotto mesi, “un taglio senza precedenti nel dopoguerra”, e che “quasi un terzo delle imprese ha liquidità insufficiente rispetto alle esigenze operative”. Squinzi ha poi lanciato un appello alle banche per un “nuovo accordo sul credito per sostenere le imprese in questa delicata fase congiunturale, ponendo le basi per lo sviluppo futuro”.

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