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Confindustria, Squinzi: con crisi politica rischiamo recessione nel 2014 (Pil -0,3%)

La crisi politica rischia di compromettere la ripresa italiana e di causare una nuova recessione del Paese nel 2014. Lo ha detto Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria, sottolineando la necessità di “mettere mano ai problemi dell’economia reale”, perché “proprio ieri sera è uscita una valutazione del nostro Centro Studi, secondo cui l’instabilità politica potrebbe impattare facendo scendere di un punto percentuale la crescita”.

Squinzi ha poi ricordato che “le ultime previsioni del Centro Studi parlavano di un Pil in crescita dello 0,7% nel 2014; ritorneremmo quindi un’altra volta a un dato negativo di -0,3%. L’instabilità politica impatterà pesantemente sull’andamento dell’economia reale”. 

Secondo il numero uno di Confindustria, per lo sviluppo del Paese “serve una politica industriale seria, che si può realizzare solo in presenza di una stabilità del quadro politico”.

Quanto al 2013, il Csc ritiene che l’instabilità politica possa portare a una recessione dell’1,8%, contro il -1,6% delle precedenti stime.

Queste simulazioni si basano sulla riproduzione delle condizioni già osservate tra la fine del 2012 e la prima metà del 2013: allargamento dello spread di 100 punti base, calo della propensione al consumo e minore propensione a investire. L’aumento dei tassi sui titoli pubblici produrrebbe un aggravamento delle condizioni del credito bancario.

Inoltre, il Csc ipotizza che una nuova contesa elettorale “sarebbe sterile, non portando al formarsi di una maggioranza parlamentare più solida e coesa”. 


Allegati: Italia gli effetti economici dell�instabilit� politica.pdf

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