X

Confindustria: no a una nuova manovra

“L’Italia è immersa nella caduta della domanda interna: i consumi inseguono e provocano la discesa del reddito famigliare; gli investimenti restano sospesi in attesa che si sciolgano i dubbi sulle prospettive; su entrambi si stringe la morsa della riduzione del credito”. E’ quanto si legge nell’ultima congiuntura flash del Centro studi Confindustria.

“In assenza di una politica che indichi le priorità e la rotta – prosegue il Csc -, il rischio è che tutti gli attori stiano sulla difensiva e che ilgioco per il Paese sia a somma negativa. Per sbloccare lo stallo occorrono scelte nette che iniettino liquidità nel sistema (pagamento arretrati Pa), restituiscano competitività (giù il costo del lavoro, a iniziare dai giovani) e mettano in moto investimenti pubblici. L’unica cosa che non serve, anzi va evitata perché dannosa, è una manovra correttiva: i conti pubblici sono i migliori della Ue. Dall’estero fluiscono nuovi ordini e ciò confortale attese di recupero nella seconda metà del 2013, anticipato dal leading Ocse. Il Governo in carica ha ipoteri per agire di fronte all’emergenza conclamata della più grave crisi economica della storia d’Italia”.

Nel contesto globale, invece, “si consolida il miglioramento. Negli Usa la ripresa si è rafforzata, a cominciare dal mercato del lavor oe dal ritrovato slancio nell’attività sia nel manifatturiero sia nel terziario; l’edilizia residenziale dà una spinta all’espansione; la ricchezza netta delle famiglie è in deciso aumento. In Cina, e in minor misura negli altri maggiori emergenti, alcuni indicatori portano ancora i segni della fase di frenata, ma è sempre più evidente l’accelerazione in corso. Il Giappone si è lasciato alle spalle la contrazione e punta a crescere con più decisione; l’incremento di fiducia dei consumatori e degli investitori premia il nuovo corso impresso dal premier Abe. L’Eurozona resta in arretramento e persevera nella malagestione dei risanamenti, generando instabilità(vedi Cipro); la Germania fa meglio della media e resta ampio il divario con le altre economie, non più solo Piigs: anche Francia e Paesi Bassi sono in difficoltà. Perfino l’esemplare Svezia, fuori dalla moneta unica ma molto integrata con essa, segna il passo”.

Scarica l’intero rapporto in Pdf:


Allegati: CF Marzo 2013 (1).pdf

Related Post
Categories: News