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Confindustria: elezioni pesano su ripresa

Il voto in Italia in primavera, la risposta dell’Unione europea alla crisi e le elezioni americane. Secondo il Centro studi di Confindustria sono queste le tre incognite che mettono in dubbio le possibilità di ripresa per il nostro Paese. La prima è naturalmente la più pesante: “Il quadro resta condizionato dalle incognite sulla composizione del Parlamento che uscirà tra pochi mesi dalle elezioni – scrivono dal Csc -. Le turbolenze non sono finite”. Ma è l’Eurozona, dove gli indicatori mostrano un peggioramento della recessione, “la principale fonte di instabilità”.

In Italia invece “le statistiche in agosto hanno sorpreso all’insù – continuano da Viale dell’Astronomia -, ma il clima di fiducia rimane ai minimi e il ‘meno peggio’ estivo può tradursi in una flessione più marcata in autunno, complice il deterioramento nel resto della Ue. Tuttavia, la caduta della domanda interna è stata così violenta da creare spazi per un rimbalzo e l’indice anticipatore Ocse predice la graduale attenuazione della riduzione del Pil nei prossimi trimestri”.

Secondo gli economisti di Confindustria, “per la ripresa serve lo sblocco del credito, che invece si riduce: in Italia -0,5% in agosto su luglio, -3,2% dal settembre 2011”.

Un’altra causa di indecisione “è costituita dall’esito delle presidenziali USA, per le ricadute che avrà sulle scelte di bilancio pubblico e, più in là, della Fed; però, il solido recupero del settore residenziale crea una rete di sicurezza. Nelle economie emergenti la frenata si è esaurita e lascerà il posto, specie in Cina, a una fase di rilancio. La stagnazione, tendente alla flessione, del commercio mondiale sintetizza il contesto esterno sfavorevole”.

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