Dopo la nomina di Cesare Avenia alla presidenza di Confindustria digitale al posto di Elio Catania, avvenuta a fine marzo, l’assemblea dell’associazione che rappresenta le aziende dell’elettronica, informatica e telecomunicazioni, ha rinnovato i propri organi direttivi eleggendo 19 membri del Consiglio Generale, il Collegio dei probiviri, il Collegio dei revisori, che rimarranno in carica per i prossimi tre anni. Lo affiancheranno Marco Gay (Digital Magics) nell’incarico di vice presidente vicario e Pietro Guindani vice presidente. Ecco tutti gli altri nomi entrati in consiglio:
- eletti dall’Assemblea: Massimo Angelini (Wind Tre), Fabio Benasso (Accenture), Andrea Bono(BT), Alberto Calcagno (Fastweb), Silvia Candiani (Microsoft), Massimo Canturi (Comdata), Paolo Castellacci (Gruppo Sesa), Enrico Cereda (IBM Italia), Luca Colombo (Facebook), Luigi De Vecchis(Huawei Italia), Domenico Favuzzi (Exprivia), Lorenzo Forina (TIM), Emanuele Iannetti (Ericsson), Giorgio Migliarina (Vodafone), Salvatore Paparelli (Sony Italia); Agostino Santoni (Cisco); Alberto Tripi(Almaviva); Salvatore Turrisi (Sielte); Stefano Venturi (HPE).
- presidenti delle associazioni federate: Pierfrancesco Gaggi (presidente ABI Lab), Carlo Noseda (Iab Italia), Giuliano Peritore (Aiip), Giuliano Pierucci (presidente Abie), Sergio Tusa (Tsp Association).
Sono entrati nel collegio dei revisori Antonio Dibitonto (Almaviva), Antonio Ventimiglia (TIM), Giuseppe Zingaro(Vodafone). E nel collegio dei probiviri: Antonio Corda (Vodafone), Roberto Loiola (Sirti), Salvatore Lombardi (Present),Giuseppe Piacentini (Fastweb), Carlo Ridolfi (BT), Teresa Tarulli (TIM).
Cesare Avenia ha iniziato la sua attività in Italtel e Alcatel e poi a Londra in Ericsson Telecomunicazioni Spa, dove ha percorso tutti i gradini della carriera fino a diventarne amministratore delegato e presidente. E’ stato presidente del Cda di Sony Ericsson Italia e di Asstel Assotelecomunicazioni nonché vicepresidente di Confindustria Digitale. E’ membro della Giunta di Assonime e presidente della Fondazione Lars Magnus Ericsson.