L’emergenza coronavirus infligge un primo colpo tremendo all’industria italiana. I dati relativi a marzo e ad aprile, i mesi della massima chiusura per minimizzare i rischi di contagio da Covid-19, registrano un crollo della produzione superiore al 50% cumulato. Lo ha annunciato lunedì il Centro studi di Confindustria (Csc) nella sua ultima indagine rapida.
Gli economisti di viale dell’Astronomia parlano di una “caduta senza precedenti” nelle serie storiche disponibili fino a oggi. Secondo i tecnici dell’associazione degli industriali, inoltre, la situazione non migliorerà presto. L’inizio della Fase 2 dal 4 maggio non produrrà infatti “un veloce recupero”, per due ordini di fattori, sul lato della domanda come su quello dell’offerta.
Da una parte, le famiglie continueranno a mantenere comportamenti prudenti, risparmiando sugli acquisti anche a scopo precauzionale, in vista di possibili difficoltà in arrivo nei prossimi mesi.
Dall’altro, le imprese avranno comunque bisogno di smaltire le scorte accumulate nei mesi di picco della pandemia e avranno molta difficoltà a farlo, a meno di non abbattere i prezzi.
Nel frattempo, ad aggravare il quadro interverrà anche un’ulteriore indebolimento della domanda estera, causato dalla contrazione complessiva dell’attività industriale in Europa.
Per quanto riguarda le prospettive sul secondo trimestre, il Centro studi di Confindustria ritiene che – in questo scenario – il Pil e la produzione industriale registreranno un andamento ancora peggiore di quello fatto segnare fra gennaio e marzo. In ogni caso, le stime non possono che essere incerte, per l’impossibilità di prevedere l’andamento della crisi sanitaria.
Tornando ai primi mesi di pandemia, il CsC stima che ad aprile la produzione abbia subito un crollo del 26,1% rispetto a marzo, quando era già caduta del 25,4% su febbraio. Su base annua, i numeri sono più impressionanti: -45,2% ad aprile e -26,5% a marzo, al netto degli effetti di calendario. Quanto agli ordini, il loro volume è sceso del 44,6% ad aprile su marzo (-42,1% annuo) e del 23,7% a marzo su febbraio (-52,7% su anno).
Se si considera il primo trimestre 2020, la variazione congiunturale della produzione è negativa del 7,5% (da -1,2% nel quarto 2019).
Per quanto riguarda il Pil, il CsC prevede per il secondo trimestre una caduta di almeno 8 punti percentuali.