Sono tempi complicati e incerti, quelli riassunti da Congiuntura flash, l’analisi mensile del Centro Studi Confindustria, che delina un quadro economico che continua a rivelarsi fosco, a partire dall’Europa che paga, nella ricerca di una via d’uscita dalla crisi, l’incertezza politica in molti Paesi, ma anche uno spazio di manovra in costante riduzione, con la disponibilità di credito che, sempre più, rischia di rimanere chiusa in una morsa, schiacciata in mezzo ai tagli e agli “aggiustamenti di bilanci privati e di conti pubblici”.
E non basta, a riemergere, il nuovo strumentario della Bce, che, oltre ai chiari benefici, sta palesando anche limiti insormontabili. E anche se appare “ridotto il rischio di dissolvimento della moneta unica”, rimangono le sabbie mobili del “circolo vizioso recessione-restrizione di bilancio-banche selettive”, in vicolo sempre più cieco in cui si è infilata l’economia continentale. Qualche spiraglio, però. sembra aprirsi per il 2013 quando “l’impatto delle manovre sarà un po’ meno duro” e i rischi per la moneta saranno rappresentati soprattutto “dagli spread e dai livelli dei tassi pagati da alcuni paesi”.
L’Italia non si distingue. Nonostante i sorprendenti (in positivo) dati di agosto che potrebbero, però, tradursi, avverte il rapporto di Confindustria, “in una flessione più marcata d’autunno”, il clima di fiducia che si respira nel nostro Paese rimane a livelli minimi. Ne è testimonianza il continuo calo della domanda interna e dei consumi delle famiglie. A tutto ciò si aggiunge l’anticipatore Ocse, che prevede, per il Belpaese, un calo graduale nella riduzione del Pil, nei prossimi mesi.
A completare e complicare il quadro italiano, poi, concorre anche la situazione politica, e l‘incertezza sul nome del futuro premier e, soprattutto, sulla composizione del Parlamento che uscirà dalle elezioni politiche che si terranno tra qualche mese.
Stessa incertezza, a poche ore ormai dall’election day, che ha condizionato e condiziona ancora gli Stat Uniti, per le profonde “ricadute che il risultato delle presidenziali avrà sulle scelte di bilancio pubblico e della Fed”. A far ben sperare, oltreoceano, è la solida ripresa del settore residenziale, proprio quello che, con lo scoppio della bolla speculativa, diede il là alla crisi. Le economie emergenti, segnala l’analisi, e specialmente la Cina, dopo una lunga frenata, si apprestano a una nuova fase di rilancio.