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Confindustria Brescia senza pace: cambio di rotta o 30 imprese se ne vanno

Eidonpress

In queste giornate terse e di sole non è facile trovare nel week end qualche imprenditore in azienda
o almeno in casa su per i Ronchi di Brescia. I più giovani, ti dicono, sono a Madonna di Campiglio
e a Ponte di Legno. Gli altri, i padri, molti in Riviera a svernare o al golf, preferibilmente quello del
Garda, immerso nel verde e con il green che degrada dalle colline moreniche fino all’acqua del
lago.

Andiamo sulle rive del grande lago lombardo dove nella riservata sala della golf-house ci aspettano alcuni dei nomi più significativi dell’industria e delle professioni bresciane. Cosa pensano della situazione che sembra lacerare la Confindustria locale? Dice il primo.“ Sono meravigliato che una ruggine che parte dalla presidenza di Marco Bonometti sia stata lasciata incancrenire fino ad oggi … senza intervenire subito con decisione …”

Prosegue un altro. “Mi dicono che dal luglio scorso molti imprenditori del Consiglio Generale abbiano ripetutamente chiesto al nuovo Presidente Giuseppe Pasini un incontro per mettere fine ad una divisione che aveva, con Bonometti, costretto al dissenso tutti i past-president e molti associati”.

Continua “ Pare che soltanto dopo gli interventi della stampa e forse anche per pressione della Confindustria di Roma, questo benedetto faccia a faccia sia stato convocato per fine settimana. Un incontro per guardarsi negli occhi, dire le cose come stanno e, come abitudine tra gli imprenditori, trovare la quadra per il bene di tutti..

” Più scettico appare un medico. “Speriamo sia cosi … vedo in giro un tentativo per mandare a monte l’incontro. O per lo meno per annacquarlo. Quando si mette in circolazione la tesi che la guerra è tra chi ha vinto e chi ha perso in Assemblea … significa dare più corda al groviglio che imprigiona l’Associazione. Significa banalizzare le radici dello scontento che è palpabile da almeno tre anni.

Lo interrompe un industriale i cui prodotti girano nel mondo. “ Anni che hanno visto tutto e il contrario di tutto e,soprattutto, il continuo, pesante, giudizio negativo sulle Presidenze del passato …. Cosa si pretendeva dai Presidenti … che stessero zitti in Consiglio mentre li si processava … industriali di rango, alcuni di loro Cavalieri del Lavoro …. altri con storie di impresa che hanno poche eguali ”. Si intromette l’avvocato di grido. “ Magari quelli che hanno caratteri spigolosi avranno reagito con parole forti lasciando da parte diplomatiche ipocrisie”.

Un imprenditore che si dichiara in pensione aggiunge. “ Ho conosciuto tanti Presidenti da Beretta a Carpani Glisenti,; poi Luigi Lucchini, quello che aveva messo in riga la FIOM più rossa d’Italia. Ricordo anche Gianfranco Nocivelli e tutti quelli venuti dopo di lui. Personalità diverse dai profili non facili ma dai comportamenti tenuti sempre in equilibrio con lo stile della Confindustria:rispetto per tutti, spirito di servizio e non trampolini per carriere parapolitiche o occasioni buone per guadagnare i riflettori di una tv locale o una foto sui giornali”.

Continua amareggiato.“ Leggo sul Giornale di Brescia, dopo che FIRSTonline ha dato la notizia,
che un uomo mite ma assai fermo nei principi come Enrico Gnutti, amministratore delle Trafilerie
di Chiari, ha confermato la sua uscita dall’AIB sottolineando che Pasini non ha responsabilità.
Evidentemente queste ricadono sul predecessore. Non solo. Ha aggiunto di aver immediatamente
chiesto l’adesione alla Confapi. Uno schiaffo per l’AIB senza precedenti. Come se un Cardinale di
Santa Romana Chiesa abbandonasse il Vaticano per passare all’osservanza eretica di monsignor
Lefebvre.” Il più giovane della tavolata. “

Io faccio parte del Consiglio Direttivo dell’AIB. Mi auguro che Giuseppe Pasini faccia prevalere il suo ruolo di equilibrio e di unità. Ho fatto due conti. Circa 30 imprese si dichiarano pubblicamente da tempo insoddisfatte e contrarie alla conferma di un Direttore ormai sfiduciato da parti importanti dell’associazione oltre che raggiunto da un’inchiesta penale della magistratura milanese sul suo operato di manager pubblico della Finlombarda, l’azienda della Regione Lombardia erogatrice di finanziamenti alle piccole e medie imprese.

Ebbene queste 30 aziende che chiedono chiarezza misurano, ad occhio e croce, un fatturato pari a cinque miliardi di euro. Possiamo far finta di niente e pensare che tutti questi industriali siano dei capricciosi insoddisfatti. Dopo i Lucchini e i Gnutti di Chiari vogliamo perdere anche questi?”. Alla conversazione si aggiunge una firma un poco ribelle della stampa bresciana. “ Certo è che Pasini e i suoi Vice sembrano volersela giocare in proprio …. come se la struttura dirigenziale dell’AIB fosse una entità del tutto estranea … quasi una semplice comparsa … senza colpe … ma che ha dimostrato di essere incapace di offrire in tutti questi mesi alla Presidenza una via d’uscita con una soluzione di spessore. Napoleone aveva sempre intorno a sé lo Stato Maggiore e la sua Guardia in grado, quest’ultima di rassicurare e difendere l’Imperatore sul campo di battaglia e non solo sfilare nelle parate militari sul piazzale degli Invalides”.

Butto là. Come si risolverà la situazione? “ Ci sarà ancora molta incertezza e instabilità se le trame della
burocrazia associativa e l’influenza palpabile del passato condizioneranno Giuseppe Pasini. L’uomo del “tondo” dovrà decidere per non rimanere dentro un interminabile “ giro-tondo.”

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Categories: Economia e Imprese