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Conferenza Unesco di Napoli verso un’agenda comune per la tutela dei beni. Investire anche di più

Scavi Pompei

L’evento è un omaggio alla storia della città ed al momento magico che sta vivendo. Da due anni tutti gli indicatori turistici di Napoli sono in salita con presenze record negli alberghi e nei b&b. Soltanto nei mesi di luglio e agosto di quest’anno la città è stata meta di 2 milioni e mezzo di turisti.

La Conferenza Unesco Cultural Heritage of the 21st Century che si è aperta oggi a Palazzo Reale va oltre i temi, seppure importanti, della valorizzazione dei beni sottoposti alla tutela dell’organizzazione delle Nazioni Unite. Le 200 delegazioni arrivate da tutto il mondo percepiscono le inquietudini politiche e militari in diverse aree del mondo, oltre le minacce dirette dei cambiamenti climatici e spesso la mancanza di risorse adeguate alla tutela dei patrimoni.

L’obiettivo della giornata finale di mercoledì 29 novembre è “la definizione di una Carta che si chiamerà ‘Lo spirito di Napoli’, ha detto il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. Un documento nel quale affrontare “il rapporto tra beni materiali e immateriali, i cambiamenti climatici- tema rilevante perché impatta negativamente anche sui beni culturali, sui monumenti, su cui dovremo definire una strategia comune- la lotta al traffico illecito dei beni culturali”. Da notare che il giorno dopo a Dubai si apre la Cop 28 sul clima.

“Cultura, diritti e libertà” il messaggio di Sergio Mattarella

La cornice di Napoli quale sede della Conferenza, presente anche il Sindaco Gaetano Manfredi, è stata certamente una scelta felice. “Poche città al mondo rappresentano meglio la proficua interazione creata nei secoli tra patrimonio materiale e immateriale” ha scritto nel suo messaggio il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

“L’agenzia delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura – ha aggiunto il Capo dello Stato – nasce nel dopoguerra dall’esigenza di una vasta opera di ricostruzione intesa non solo quale mero ripristino fisico del territorio, ma anche di riscoperta su basi diverse e migliori del rapporto stesso tra esseri umani”.

Il mondo è attraversato da conflitti e ingiustizie che oscurano quei rapporti pacifici tra gli esseri umani. Le guerre fanno vittime di ogni tipo e nel mantenimento “della pace come obiettivo primario, si disegna una stretta correlazione tra cultura, diritti e libertà fondamentali dell’individuo senza distinzioni né discriminazioni”.

Durante la Conferenza è previsto un focus sulla tutela e sulla valorizzazione del patrimonio degli Stati extra-europei, con particolare riguardo all’Africa. Il documento finale dovrebbe contenere una lista di raccomandazioni e buone pratiche per azioni più efficaci.

L’Italia impegni più risorse economiche

A proposito delle azioni più incisive verso musei e istituzioni culturali, l’Italia dovrebbe dare il meglio di se, a cominciare proprio dalla città ospitante la Conferenza, “una capitale culturale globale”, ha detto Sangiuliano, ma bisognosa di soldi, di vigilanza, di maggiore decoro. Da Nord a Sud il governo non può fermarsi alla Carta che sarà sottoscritta a Palazzo Reale. Il tasto dolente sono le risorse pubbliche, la creazione delle migliori condizioni per i privati che hanno soldi e volontà di partecipare.

Nel PNRR e nel fondo complementare per il comparto della cultura ci sono circa 5 miliardi di euro che teoricamente dovrebbero andare ai 42 siti Unesco o addirittura ai 4880 musei grandi e piccoli censiti dall’Istat. Una ricchezza povera. E non è un ossimoro.

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