Una finalina giusto per onor di firma, e per contare i superstiti. Così si presenta Italia-Uruguay, valida per l’effimero terzo posto della Confederations Cup, l’ultima sgambata nel caldo afoso brasiliano (si gioca in pieno pomeriggio) e un chiaro messaggio per il Mondiale tra 12 mesi: attenzione alla tenuta fisica di alcuni giocatori, specie quelli avanti con l’età come Pirlo e De Rossi, perchè lì se si vorrà arrivare in fondo le partite da giocare saranno 7 nel giro di un mese scarso, e non 4-5 come stavolta.
Oggi infatti contro la Celeste mancheranno in tanti, soprattutto gli juventini che escono decimati da questo mini-torneo, lanciando l’allarme non sono per l’appuntamento dell’anno prossimo, quando bisognerà necessariamente trovare un vice-Pirlo e qualche alternativa in difesa, ma anche per la stessa preparazione estiva della squadra di Antonio Conte, attesa al primo appuntamento ufficiale con la Supercoppa già a metà agosto.
La finalissima invece se la giocheranno, a pieni organici, Spagna e Brasile, entrambe vittoriose con grande sofferenza delle sfavorite Italia e Uruguay: dal punto di vista del gioco, nonostante la prestazione deludente contro l’Italia, rimane preferibile la compagine di Del Bosque, poiché il Brasile al di là dei risultati non ha mai incantato in questa Confederations. Ma c’è da giurare che i numeri di Neymar, che giocherà praticamente contro quasi tutti i suoi futuri compagni di squadra, e le motivazioni di alzare un trofeo in casa a un anno dall’appuntamento mundial, diano molte chance anche ai verdeoro.