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Confcommercio: nel terziario bolletta elettrica sempre più cara

Per le imprese italiane di servizi l’energia elettrica è sempre più cara. Non solo la norma taglia-bollette non ha ancora prodotto effetti, ma la crisi russo-ucraina rischia di provocare ulteriori rincari. Lo afferma Confcommercio in una nota, precisando che l’indice costo elettricità terziario (Icet) ha rilevato per il quarto trimestre un aumento del 3,9% rispetto ai precedenti tre mesi e del 2,5% su base annua. L’indicatore a cura dell’associazione dei commercianti è stato ricalcolato dopo l’ultimo aggiornamento delle condizioni economiche di maggior tutela deliberato dall’Autorità per l’energia elettrica, il gas e il servizio idrico. 

L’Icet segna così un nuovo record, attestandosi a quota 135,64 punti, contro i 130,55 del terzo trimestre. Tra le cause dell’aumento, il rialzo del 6,7% dei prezzi all’ingrosso della materia prima energia misurati dall’indice prezzo unico nazionale del terziario (Pun Terziario). 

Il rialzo è dovuto anche “all’impatto che la crisi fra Russia e Ucraina sta determinando sulle centrali termoelettriche alimentate a gas e che, soprattutto in vista dell’inverno, potrebbe portare ad ulteriori rincari”, scrive Confcommercio.

La norma taglia-bollette, divenuta operativa ad agosto con l’entrata in vigore della legge che ha convertito il decreto competitività, “è rimasta ancora lettera morta – prosegue l’associazione – con il rischio che questa operazione non esplicherà pienamente i suoi effetti neanche a fine anno”. Il Ministero dello Sviluppo ha approvato proprio la scorsa settimana i decreti attuativi sulla revisione degli incentivi alle rinnovabili che potrebbero produrre i primi effetti con la fine dell’anno.

A destare le maggiori preoccupazioni, tuttavia, è il continuo rialzo degli oneri di sistema, che “salgono del 2,7% rispetto al trimestre precedente per un complessivo +11,9% su base annua – conclude Confcommercio –. Tale ulteriore aumento porta l’incidenza del peso della fiscalità sul costo complessivo sostenuto al 53,6% di cui il 30,6% da imputare agli oneri di sistema”.

Quanto alle diverse attività economiche, la spesa annua per il profilo “Albergo” sale a 61.270 euro, 2.391 euro in più rispetto al terzo trimestre 2014, quella per il profilo “Ristorante” a 9.185 euro (+322 euro), quella per il profilo “Bar” a 5.499 euro (+186 euro), quella per il profilo “Dettaglio alimentare” a 18.273 euro (+695 euro), e infine quella del profilo “Dettaglio non alimentare” a 4.721 euro (+178 euro).

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Categories: Politica