Continua inaresstabile la marcia indietro dei consumi delle famiglie italiane, tornati ai livelli del 1998, ovvero di 15 anni fa. È quanto emerge dalla relazione tenuta da Carlo Sangalli, presidente della Confcommercio, durante l’assemblea annuale della confederazione.
Sangalli parla apertamente di un Italia più povera e di “pesanti effetti recessivi” e poi passa ad analizzare gli effetti delle manovre correttive, definite “un macigno che pesa sulle prospettive attuali e future degli italiani”, e che hanno riportato il Pil procapite nel 2012 ai livelli del 1990, affermando inoltre che, se ci si attiene “alle valutazioni dimpatto cifrate dal Programma di Stabilità”, le manovre correttive andranno a determinare una riduzione del prodotto interno lordo pari al 2,6%, tra il 2012 e il 2016.
E così, per Sangalli, la relazione sui consumi si trasforma nel “bollettino di guerra della recessione”, una guerra che, come lui stesso asserisce, continua “a mietere le sue vittime”, trasformando l’Italia in un paese più povero e divaricato, in cui si allarga la distanza tra il Nord e il Sud e fioccano i fallimenti, mentre l’unica cosa che cresce è la disoccupazione.