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Confcommercio, la manovra frena la crescita

Confcommercio rivede a ribasso le stime sulla crescita. Secondo l’ufficio studi dell’associazione gli effetti della manovra influiranno sull’andamento del Pil. Per il 2011 è stato stimato un incremento dello 0,8%, a fronte di un +1% prima della manovra, così per il 2012 +1% a fronte di un precedente 1,2% e per il 2013 +1,1% (prima della manovra +1,3%). Le stime diventano così ancora più divergenti rispetto a quelle proposte dal governo +1,1%, +1,3% e +1,5% per i prossimi tre anni. In calo anche la domanda delle famiglie e il risparmio. L’annuncio è stato dato nell’ambito della presentazione dell’outlook sui consumi. Il numero di nuclei che hanno aumentato le proprie spese nel primo semestre è cresciuto, anche se il dato è influenzato dagli aumenti di benzina e parcheggi e da altre spese fisse incomprimibili. Un quadro “non entusiasmante” che vede il potere d’acquisto delle famiglie eroso giorno dopo giorno. Il 20% delle famiglie italiane ha speso di più rispetto alle proprie possibilità. Mariano Bella, direttore dell’Ufficio Studi di Confcommercio, ha commentato la manovra definendola “depressiva sui consumi e recessiva sul Pil”.

 

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