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Confcommercio: consumi 2013 -2,4%, 4 milioni di poveri

Un Italia povera e stanca. Il rapporto di Confcommercio dà un’immagine allarmante del nostro Paese: 615 nuovi poveri in più ogni giorno, disagio sociale raddoppiato, produttività minima e basse aspettative per la crescita dell’economia e i consumi nell’anno che verrà.

Nel 2013 i consumi diminuiranno del 2,4%, mentre l’anno prossimo dovrebbero aumentare dello 0,3%. Alla fine del 2014, rispetto al 2007, la perdita dei consumi reali avrà raggiunto 1.700 euro a testa. “Abbiamo alle spalle il peggiore anno dell’Italia repubblicana in termini di caduta dei consumi” ha detto Mariano Bella, direttore dell’ufficio studi. Il Pil nel 2013 diminuirà dell’1,7% (cinque mesi fa era stato stimano un ribasso dello 0,8%). Per il 2014 si prevede un rialzo dell’1%.

Gli italiani lavorano tanto (nel 2011 in media 1.774 ore ciascuno, ossia il 20% in più dei francesi e il 26% in più dei tedeschi) ma producono poco. In media, ogni lavoratore italiano produce una ricchezza mediamente pari a 36 euro per ogni ora (rispetto a noi i tedeschi producono il 25% in più e i francesi quasi il 40% in più).

E, come se non bastasse, “il netto peggioramento delle previsioni economiche lascia stimare una perdita netta di altre 90mila imprese del terziario nel complesso del biennio 2013-2014″. Lo ha detto Carlo Sangalli, numero uno di Confcommercio, aggiungendo che “è come se l’orologio produttivo della nostra economia avesse riportato indietro le lancette di quasi tredici anni”.

Con il Misery index Confcommercio (Mic), un nuovo indicatore mensile, “vediamo i peggioramenti persistenti e cospicui che riducono il benessere dei cittadini italiani – spiega l’ufficio studi -. Nel complesso, il Mic rappresenta una misura del disagio sociale: è raddoppiato tra l’inizio del 2007 e l’inizio di quest’anno”.

Il Mic “ha raggiunto il massimo alla fine dell’anno scorso. Il tasso di disoccupazione nel mese di gennaio 2012 ha raggiunto l’11,7%, pari a 3 milioni di persone.Gli scoraggiati, misurati in una metrica conservativa, sono ormai 680mila: erano 380mila all’inizio del 2008”. Inoltre, “i cassintegrati equivalenti, contati cioè come quei soggetti che non lavorano neppure un’ora al giorno, sono stabilmente sopra le 200mila unità”.

La crisi economica si sta trasformando in crisi sociale, con l’area della povertà assoluta che potrebbe estendersi a oltre quattro milioni di persone quest’anno, e in questo modo “si corre il rischio di mettere a repentaglio la coesione sociale, che è un grande valore che ha sempre tenuto unito il Paese”, ha concluso Sangalli. 

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