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Condono a 4 facce: 1.000 euro, rottamazione ter, liti e integrativa

FIRSTonline

“Condono? Chiamatelo come vi pare, le scelte lessicali sono libere”. La concessione arriva direttamente dal capo del Governo, Giuseppe Conte, che però non si esprime sull’uso del plurale. Già, perché in realtà la “pace fiscale” non prevede un solo condono, ma tre. La cancellazione totale dei debiti fino a 1.000 euro (comprese multe e bolli auto) più due maxi-sconti: uno sui redditi evasi in passato e fatti emergere tramite dichiarazione integrativa e un altro sulle liti fiscali pendenti.

A tutto questo si aggiunge la terza rottamazione delle cartelle esattoriali, che a differenza dei primi tre interventi non prevede sconti sulla somma dovuta al Fisco, ma solo su sanzioni e interessi. È l’operazione meno controversa fra quelle varate lunedì con il decreto fiscale collegato alla manovra, ma ha comunque già prodotto effetti negativi per le casse dell’Erario. Il motivo? Molte persone hanno smesso di pagare le rate della seconda rottamazione nella speranza di essere ammessi alla terza, che darà molto più tempo per mettersi in regola. Altri hanno iniziato a cestinare le cartelle esattoriali: perché pagare oggi quello che potrò spalmare su cinque anni?

Ma andiamo con ordine e vediamo nel dettaglio cosa prevedono le varie misure del pacchetto “pace fiscale”.

DEBITI FINO A 1.000 EURO (COMPRESI BOLLI AUTO E MULTE): CONDONO TOTALE

Tutti i debiti con il Fisco d’importo residuo non superiore a mille euro vengono cancellati. Rientrano nel perimetro di questo primo condono anche le multe stradali e il bollo auto. Ma attenzione: possono beneficiare del colpo di spugna soltanto i debiti fiscali relativi al decennio 2000-2010. Per il divieto di sosta del mese scorso non c’è niente da fare, almeno per ora.

Al di là delle considerazioni etiche o sociali, da un punto di vista tecnico questo condono è quello che ha più ragion d’essere, dal momento che spesso al Fisco non conviene avviare azioni di recupero costose per riscuotere somme particolarmente basse.

DICHIARAZIONE INTEGRATIVA: SCONTO DELL’80%

Veniamo alla grande novità emersa quasi a sorpresa nel decreto fiscale. In base a una norma voluta dalla Lega e invisa al Movimento 5 Stelle, i contribuenti che in passato hanno dichiarato redditi inferiori a quelli reali potranno fare pace con il Fisco a prezzi di saldo. Basterà far emergere con una dichiarazione integrativa le somme evase e pagare su questo maggiore imponibile il 20%, senza interessi né sanzioni. I paletti sono due: la somma così condonata non potrà superare il 30% del reddito denunciato né oltrepassare in alcun caso il tetto di 100mila euro (ma è possibile che in Parlamento la Lega cerchi di alzare l’asticella fino a 200mila euro).

La dichiarazione integrativa, inoltre, è preclusa a chi ha già accertamenti in corso. D’altra parte, è vero anche che proprio l’adesione al condono mette al riparo da future visite della Finanza. A meno che non si tratti di autonomi o liberi professionisti: siccome l’Iva non può rientrare nella sanatoria, chi si autodenuncia rischia di vedersi contestare l’imposta sul valore aggiunto relativa ai nuovi redditi emersi.

LITI FISCALI: SCONTO DELL’80-50%

Per quanto riguarda le liti fiscali pendenti davanti alle commissioni tributarie, si potranno archiviare senza sanzioni né interessi. Sarà sufficiente pagare una somma molto inferiore al dovuto:

  • il 50% del non dichiarato in 5 anni se il contribuente ha già vinto in primo grado e vuole evitare il rischio di vedersi ribaltare la sentenza nel grado successivo;
  • il 20% in caso di vittoria in secondo grado per chi punta a dribblare la Cassazione.

Non è previsto alcun tetto: potranno beneficiare di questo salvacondotto anche le persone accusate dal Fisco di essere grandi evasori.

TERZA ROTTAMAZIONE

Infine, la terza rottamazione delle cartelle esattoriali. Il vantaggio rispetto alle prime due edizioni è nei tempi di pagamento, perché le rate trimestrali saranno spalmate su cinque anni anziché su due. Anche in questo caso senza interessi né sanzioni (che possono arrivare al 150%). Il gettito atteso è di 11 miliardi.

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