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Conclave 2025 quando inizia: chi raccoglierà l’eredità di Papa Francesco? Cardinali papabili tra progressisti e conservatori

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“Io un kingmaker? Noi non cerchiamo un re. E io non sono un kingmaker, sono un membro del collegio cardinalizio e questa settimana sarà utile proprio per conoscersi meglio”. Parola del cardinale Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco e Frisinga, nel corso di un incontro stampa, ieri, dopo i funerali di Papa Francesco, a Villa Mater Dei a Roma. All’orizzonte, l’appuntamento più atteso: il conclave. Quando inizia? E quando si saprà chi è il successore di Bergoglio? Di sicuro c’è che a indirizzare quest’elezione saranno, più che mai, le riunioni preparatorie: quelle “congregazioni” – come scrive il Corriere della Sera – nelle quali perfetti sconosciuti cominciano, appunto, a conoscersi, annusarsi e misurarsi.

Cardinali papabili 2025

E così, mentre ci si interroga sul peso che i veterani over 80 – non elettori – del calibro di Angelo Bagnasco, Giovanni Battista Re, Christoph Schönborn, Sean O’Malley e Marc Ouellet avranno sull’esito della votazione (e non manca chi scommette sul fatto che un ruolo cruciale lo avranno proprio questi “grandi vecchi”), c’è comunque chi invoca un Papa che sappia parlare al popolo. Ma anche chi si preoccupa di “proteggere” i cardinali da possibili interferenze esterne (a cominciare dagli Stati Uniti) e rischiosi condizionamenti dovuti alle nuove tecnologie oltre che alla potenza dei social media. Nel mezzo, anche le ripercussioni del caso Becciu, con monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia accademia per la vita, che al Tg2 l’ha già definita una vicenda “chiusa” sottolineando: “Non credo che voterà”.

Funerali Papa Francesco: cosa succede adesso?

Già, perché ora, a funerali di Francesco conclusi, gli occhi del mondo sono volti al conclave. Chi raccoglierà l’eredità di Jorge Mario Bergoglio? Vero è che, nel rosario di nomi papabili circolanti da giorni, si parla molto di provenienze e nazionalismi. Ma c’è chi nel 2025 vede un conclave nel quale la globalizzazione ha spostato le correnti dalle “nazioni” ai “concetti”. E dunque, la domanda è: avranno peso le prospettive contenutistiche e gli orizzonti di significato che identificano un identikit valoriale dentro il quale ci stanno cardinali di provenienze totalmente diverse o saranno le origini a prevalere?

Sempre secondo il cardinale Marx – uno dei tre tedeschi che voterà al conclave – alla domanda se ci si può aspettare un cardinale italiano, la risposta è: “Tutto è aperto. Non è una questione di lingua, Paese o cultura. C’entra la persona. La questione non è che sia conservatore o progressista. È una questione di credibilità e di dialogo”. “Il nuovo Papa – ha aggiunto il cardinale tedesco – deve aver chiara l’importanza del Vangelo in tutto il mondo. Deve avere una visione universale”.

Quando – ormai dodici anni fa – Benedetto XVI si dimise, la Chiesa attraversava una grave crisi, provata dagli scandali come il primo Vatileaks, le ondate di rivelazioni sugli abusi sessuali e la stessa shockante rinuncia del Papa per l’età avanzata e le difficoltà nel fare fronte alle resistenze interne, che avevano fatto fortemente ondeggiare la “barca di Pietro”. E il mandato che i cardinali consegnarono a colui che sarebbe diventato il nuovo Papa era stato quello di rifondare la Chiesa su una nuova base di rinascita cristiana e di rilanciata missione evangelizzatrice. Oggi l’eredità bergogliana, quella che sarà raccolta dal prossimo, e 266esimo, successore di Pietro, dovrà necessariamente fare i conti con un mondo che è profondamente cambiato rispetto a dodici anni fa. Un orizzonte sconvolto fra Ucraina e, ancor più, Medio Oriente.

Al momento, tuttavia l’incertezza è ancora tanta, senza contare che si tratta di un conclave che è anche il più affollato della storia: con gli attuali 135 elettori, Francesco ha voluto tenersi ben oltre la soglia dei 120 cardinali fissata prima da Paolo VI e confermata poi da Giovanni Paolo II. Di molti tra gli elettori che si riuniranno per il voto nella Cappella Sistina in realtà non si conoscono bene gli orientamenti più profondi né la disponibilità ad eventuali alleanze. L’unico vero collante, che però non risulterà determinante, è che su 135 votanti (in realtà già scesi a 134 a causa di una defezione per motivi di salute), ben 108 sono stati nominati da Bergoglio, quindi l’80%, cui si aggiungono i 22 nominati da Benedetto XVI (ma saranno non più di 21 proprio per l’assenza di Antonio Canizares, arcivescovo emerito di Valencia) e i 5 indicati da Giovanni Paolo II.

Conclave 2025, quando inizia: le possibili date

Si svolgerà tra il 5 e il 10 maggio il Conclave per eleggere il successore di Papa Francesco. Secondo l’Ordo Exsequiarum Romani Pontificis, il testo liturgico che definisce le regole e le modalità di cosa avviene dopo la morte di un Pontefice, il Conclave si svolge tra il 15esimo e il 20esimo giorno dalla morte del Papa, quindi, a conti fatti, tra il 5 e il 10 maggio 2025.

Quando si saprà il nome del successore di Francesco

Quanto alla durata, non si possono fornire dettagli esatti. Le regole da rispettare? Occorre innanzitutto una maggioranza qualificata dei due terzi dei voti espressi. Ciò significa che stavolta un candidato deve ottenere almeno 90 voti per essere eletto Papa. Ogni giorno possono essere effettuati fino a quattro scrutini: due al mattino e due al pomeriggio. Dopo ogni votazione, le schede vengono bruciate in una stufa speciale: il fumo nero indica che non è stato trovato un nome, mentre il fumo bianco annuncia l’avvenuta elezione, vale a dire il ben noto “habemus papam”. Se dopo 33 scrutini non si raggiunge l’elezione, si procede a un ballottaggio tra i due nomi più votati nell’ultimo scrutinio. Necessario anche in questo caso una maggioranza di due terzi. E i due candidati al ballottaggio non potranno votare.

Chi sono i cardinali papabili 2025

Da tempo circolano i nomi dei cardinali papabili e anche se tutto indica che si cercherà un moderato, dopo tre papi stranieri, l’ala italiana spinge affinché il prossimo sia di nuovo italiano o almeno che torni nell’Europa secolarizzata. I cardinali italiani elettori sono 17 e avranno comunque un’influenza sul voto. Ecco, secondo i media, i nomi che circolano con maggiore insistenza per il soglio di Pietro e sui quali i bookmaker inglesi (ma anche ChatGpt) si sono scatenati tra quote, statistica e probabilità. Sia chiaro, nulla è realmente prevedibile e resta sempre attuale il detto che “chi entra papa” in conclave poi “esce cardinale”.

  • Pietro Parolin – Il candidato più citato nei sondaggi vaticani è senza dubbio l’attuale Segretario di Stato, 70 anni, un uomo di consenso, difficilmente inseribile tra progressisti e conservatori, il che potrebbe rappresentare un punto di forza importante. Conosciuto da tutti i cardinali, è un grande diplomatico che ha avvicinato negli ultimi anni la Santa Sede alla Cina e conosce molto bene tutto l’Oriente e l’America Latina, avendo ricoperto l’incarico di nunzio in Venezuela.
  • Matteo Maria Zuppi – L’opzione migliore per i progressisti italiani è Matteo Maria Zuppi, 69 anni, attuale presidente della Conferenza episcopale italiana, il più vicino a Jorge Bergoglio per la sua attenzione verso i più svantaggiati e i migranti, e molto vicino alla potente comunità laica di Sant’Egidio. A Zuppi Papa Francesco affidò la missione di trovare vie di pace in Ucraina, che comprendeva anche la facilitazione del ritorno dei bambini ucraini dalla Russia, nonché lo scambio dei prigionieri e delle salme delle vittime. Nell’ultima visita a Mosca, nell’ottobre del 2024, incontrò il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov e il metropolita di Mosca, Antonij di Volokolamsk. Nella giornata del 25 aprile, incalzato dai media Zuppi ha glissato sulle domande relative alla preparazione per il conclave e ha concesso solo una battuta sulla ricorrenza che si stava festeggiando: “Buona liberazione!”, ha detto.
  • Luis Antonio Tagle – Il profilo del cardinale filippino Luis Antonio Tagle, 67 anni, prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, racchiude alcune delle caratteristiche che potrebbero convincere i cardinali presenti nella Cappella Sistina. Un uomo di Curia, ma che rappresenta il continente asiatico, che e’ la speranza della Chiesa cattolica. Sebbene sia considerato un progressista, ha duramente criticato una proposta di legge sulla salute riproduttiva nelle Filippine e si e’ espresso con forza contro l’aborto e l’eutanasia, sostenendo che ci sono situazioni in cui i principi morali universali non si applicano, come la comunione per le coppie che convivono in matrimonio ma senza un matrimonio sacramentale, e questioni legate all’omosessualità.
  • Jean-Marc Aveline – L’arcivescovo di Marsiglia, Jean-Marc Aveline, 66 anni, ha acquisito sempre più importanza negli ultimi anni, soprattutto dopo aver convinto Papa Francesco a visitare la città francese per discutere di migrazione. Il suo profilo ricorda quello del primo Bergoglio, affabile e colto, dedito ai temi delle “periferie”, del dialogo interreligioso e delle migrazioni, una sensibilità acquisita anche attraverso l’infanzia trascorsa in una famiglia di francesi rimpatriati dopo il 1962, alla fine della guerra d’Algeria. La sua età relativamente giovane potrebbe rappresentare uno svantaggio.
  • Pierbattista Pizzaballa – Sebbene italiano, il patriarca latino di Gerusalemme, Pierbattista Pizzaballa, 59 anni, è una risorsa per un papa dalla visione internazionale che si è recentemente espresso in difesa dei palestinesi di Gaza, ma che mantiene buoni rapporti con le autorità israeliane. Troppo giovane per essere papa e sconosciuto su alcune posizioni dottrinali, peserà molto ciò che potrà comunicare nelle congregazioni, negli incontri pre-conclave che si terranno nei prossimi giorni.
  • Peter Erdo – L’arcivescovo di Budapest, Peter Erdo, 72 anni, è una delle opzioni più importanti per l’ala conservatrice ed europeista. Crebbe sotto il comunismo e, quando aveva quattro anni, nel 1956, la sua famiglia fu costretta a fuggire dal Paese. Considerato un grande intellettuale, è fermamente pro-vita, si oppone al celibato facoltativo dei sacerdoti, si oppone all’accettazione delle unioni omosessuali e difende i valori dell’Europa cristiana. Un aspetto negativo potrebbe essere il suo buon rapporto con il governo anti-immigrazione di Viktor Orbán.
  • Anders Arborelius – Il vescovo di Stoccolma Anders Arborelius, 75 anni, primo cardinale svedese, si è convertito al cattolicesimo in un Paese scandinavo con una popolazione in stragrande maggioranza protestante e una delle società più secolarizzate al mondo. E’ un fermo difensore della dottrina della Chiesa, in particolare contro il permesso alle donne di essere diaconi o di benedire le coppie dello stesso sesso. Sebbene, come Francesco, Arborelius sia favorevole all’accoglienza degli immigrati in Europa.
  • Mario Grech – Il vescovo maltese, 68 anni, è il segretario generale del Sinodo dei vescovi. Negli ultimi tre anni ha potuto incontrare tutti i cardinali e i rappresentanti della Chiesa cattolica venuti a Roma per il sinodo sulla sinodalità. Ha dovuto trovare un delicato equilibrio tra le richieste di una Chiesa aperta e solidale e il riconoscimento delle preoccupazioni dei conservatori.
  • Malcolm Ranjith – L’arcivescovo metropolita di Colombo, 77 anni, pur avendo manifestato vicinanza a Francesco e una fervente attenzione per i poveri, è un cardinale che affonda le sue radici nel pontificato di Benedetto XVI e non ha disdegnato di promuovere la celebrazione della messa tradizionale in latino. Con esperienza in Curia, dove è stato segretario della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, si è poi trasferito in Sri Lanka e potrebbe rappresentare la risorsa del Sud del mondo. Parla correntemente dieci lingue.
  • Fridolin Ambongo Besungu – Sebbene sia altamente improbabile che il prossimo papa sia africano, la scelta più probabile è il 65enne arcivescovo di Kinshasa. Nato nella Repubblica Democratica del Congo, è l’unico cardinale africano nel Consiglio dei cardinali, il comitato consultivo creato da Francesco. In qualità di presidente del Simposio delle Conferenze episcopali di Africa e Madagascar, nel gennaio 2024 ha firmato una lettera in cui esprimeva la sua opposizione alla dichiarazione del Vaticano che autorizzava i sacerdoti a benedire le unioni omosessuali. In un’intervista del 2023, Ambongo ha affermato che “l’Africa è il futuro della Chiesa, questo è ovvio”.
  • Roberto Francesco Prevost – L’attuale prefetto del dicastero per i vescovi, il 69enne statunitense di Chicago, incaricato di consigliare il Papa sulle nomine e anche presidente della Pontificia Commissione per l’America Latina, potrebbe essere una risorsa preziosa per chi cerca un uomo proveniente dalla Curia e dal continente americano.
  • Timothy Dolan – L’arcivescovo di New York, Timothy Dolan, di origini irlandesi-americane, è un conservatore teologico, fermamente contrario all’aborto e una risorsa per i conservatori, sebbene negli ultimi mesi si sia fermamente opposto alle politiche anti-immigrazione di Donald Trump. Il suo nome era già stato ampiamente menzionato nel conclave precedente.
  • Robert Sarah – Portabandiera dei conservatori, il cardinale della Guinea è uno dei papabili alla soglia di Pietro, come successore di Papa Francesco. Lo riferisce l’emittente Usa Fox News che dedica un approfondimento al pensiero di Sarah, arcivescovo emerito di Conakry, noto per le cariche influenti ricoperte, le sue frasi a effetto ma forse, e soprattutto, per la divergenza di idee con il defunto Papa argentino. “È conservatore, pro-life, anti-woke e ha paragonato le tendenze culturali liberali occidentali al comunismo e al nazismo”, sottolinea Fox News, analizzando che “viene visto come un portabandiera spirituale e teologico per i cattolici conservatori, poiché i critici di Francesco hanno sostenuto che il defunto Papa è stato troppo pesantemente influenzato dal secolarismo moderno”. La divisione ideologica tra il reverendissimo Sarah e Papa Francesco ha raggiunto il culmine quando il cardinale della Guinea ha scritto con Joseph Ratzinger – che ha poi ritirato la firma – un libro intitolato Dal profondo dei nostri cuori: sacerdozio, celibato e crisi della Chiesa cattolica, pubblicato nel 2020.

Il cardinale Marx l’ha fatto trapelare ieri: “Il conclave durerà pochi giorni“. Possibile? Possibile, giacché la previsione di qualcuno – come riporta ancora il Corriere – è che, più si allungheranno i tempi di quella sorta di pre-conclave che durerà tutta la prossima settimana e al quale sarà presente quasi il doppio dei 135 cardinali – considerati, appunto, gli ultraottantenni – più il voto nella Sistina sarà rapido. Viceversa, prima si concluderanno i pre-conclave, più i tempi delle votazioni si dilateranno. Nessun “re” ma via alle danze, con un sottofondo bisbigliato che coniuga odor di santità e pragmatica mediazione.

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