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Concessioni balneari verso l’intesa: con contenziosi gare fino al 2024 e indennizzi sull’avviamento

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Da mesi si consuma lo scontro politico tra il premier italiano Mario Draghi e le forze della destra di governo (Lega e Forza Italia) sul tema delle concessioni balneari. Ma ormai il tempo è scaduto per trovare un’intesa sul tanto dibattuto ddl Concorrenza, rimasto al palo in commissione al Senato, a causa delle concessioni balneari, e più in generale delle aree in concessione sul demanio marittimo, e colpevole di aver congelato la delega fiscale. Ma la posta in palio è ancora più alta: a rischio ci sono i fondi del PNRR relativi al secondo semestre (20 miliardi di euro) su cui si basano le risorse economiche che vengono destinate al nostro Paese. Motivo per cui la tensione all’interno del Governo è alle stelle, con Draghi che ha dovuto riprendere la maggioranza più volte per chiudere il famoso capitolo balneari entro la fine del mese, complice il richiamo dell’Europa. Altrimenti il Governo chiederà la questione di fiducia sul testo iniziale senza i compromessi già raggiunti su altre partite come quelle su servizi locali, concessioni idroelettriche e quelle portuali, distribuzione del gas, farmaci e poteri Antitrust l’avvio delle istruttorie.

Ma con l’intesa della maggioranza avvenuta martedì 24 maggio questa possibilità sembra scongiurata e, a meno di sorprese all’ultimo secondo, il disegno di legge approderà in Aula al Senato lunedì 30 maggio, in linea con i tempi dettati dal premier, e “sarà votato e approvato il giorno stesso”, almeno secondo quanto dicono i capogruppo di Palazzo Madama.

Concessioni balneari: la proposta del Governo

La proposta di mediazione sulla liberalizzazione delle spiagge, elaborata dal viceministro di Forza Italia, Gilberto Pichetto Fratin, a nome del governo prevede di assegnare le concessioni balneari entro il 31 dicembre 2023, ma con possibilità per i Comuni di rinviare le procedure non oltre il 31 dicembre 2024 per “difficoltà oggettive” o “la presenza di un contenzioso”, e fino a quella data “l’occupazione dell’area demaniale da parte del concessionario uscente è comunque legittima”.

Trovato anche il compromesso sugli indennizzi alle aziende balneari che non ottengono il rinnovo della concessione, tanto difeso dal centrodestra. Sarà il concessionario subentrante a dover risarcire quello uscente secondo il valore reale dello stabilimento per “la perdita dell’avviamento connesso ad attività commerciali o di interesse turistico”. Da tutto ciò saranno esclusi i beni abusivi.

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