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Concessioni balneari: cosa prevede il decreto anti infrazioni Ue e cosa cambia con la riforma

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Primo via libera del Parlamento alle nuove regole sulle concessioni balneari contenute nel dl anti infrazioni Ue approvato mercoledì dalla Camera con 144 voti a favore e 83 contrari. Il provvedimento passa ora all’esame del Senato.

Balneari: cosa prevede il decreto e cosa cambia

In base a quanto previsto le concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali per l’esercizio delle attività turistico ricreative e sportive saranno prorogate fino al 30 settembre 2027, con possibilità di allungare il termine fino al 31 marzo 2028 in caso di contenziosi pendenti o altre ragioni oggettive di difficoltà nell’esecuzione delle gare. I Comuni avranno però l’obbligo di dare il via alle gare entro il 30 giugno 2027. 

Ai balneari uscenti saranno concessi indennizzi, a carico di quelli subentranti, ma non saranno previste prelazioni a loro favore nell’ambito delle gare. 

Per quanto riguarda i canoni, toccherà al ministero delle Infrastrutture e dei trasporti stabilire un adeguamento. In caso di mancata adozione del provvedimento, saranno comunque aumentati del 10 per cento.

Nuove concessioni: ecco i criteri

Da un minimo di 5 a un massimo di 20 anni, sarà questa la durata delle nuove concessioni balneari. Come spiega Il Sole 24 Ore, nel punteggio per l’aggiudicazione, saranno valutati anche la corrispondenza degli impianti alle tradizioni locali e l’offerta di servizi che valorizzano le specificità del territorio; l’esperienza tecnica e professionale in attività comparabili; essere stato titolare nei cinque anni precedenti di una concessione come prevalente fonte di reddito personale; numero di lavoratori che l’offerente si impegna ad assumere dal concessionario uscente; numero di concessioni di cui si è già titolare nel territorio concedente, penalizzando i pluri-licenziatari”.

Deroga per i circoli sportivi

È passato anche l’emendamento sui circoli sportivi che, in base alla riformulazione del Governo approvata in Commissione, prevede che escano dall’ambito della direttiva Bolkestein le concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali se l’uso è relativo allo svolgimento di una lunga serie di attività sportive che “possano essere considerate come attività non economiche in base al diritto dell’Unione europea”.

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