Un calo della bolletta elettrica non dispiace a nessuno. E a questo sta lavorando il governo Renzi con l’ultimo decreto omnibus approvato venerdì in Consiglio dei ministri. Ma secondo Assorinnovabili già oggi il kilowattora potrebbe costare anche il 15-20 per cento in meno del prezzo che pagano famiglie e imprese. Tutto merito dell’energia da fonti rinnovabili? Anche. Sul crollo dei prezzi all’ingrosso, scesi da 70 a 45 euro per megawattora nell’ultimo anno e mezzo, sicuramente ha inciso anche il forte calo dei consumi elettrici dovuto alla crisi economica generale. Ma l’associazione dei produttori di energia verde rivendica il ruolo svolto soprattutto da eolico e fotovoltaico che, godendo di priorità di accesso in rete, spiazzano sul mercato i grandi impianti termoelettrici a gas.
Conclusione: se i prezzi attuali si stabilizzassero e se la riduzione venisse trasferita per intero al dettaglio, Assorinnovabili calcola un risparmio complessivo tra i 7 e gli 8 miliardi di euro. Finora però i consumatori finali non si sono accorti del crollo (-43%) dei prezzi all’ingrosso.
E questo rallenta il processo di trasferimento al dettaglio dei benefici che si registrano in corso d’anno sulla Borsa elettrica. Benefici che dovrebbero in ogni caso scaricarsi al consumo, a meno di colossali speculazioni, tra la fine del 2014 e l’inizio del 2015, sapendo però che il minor costo industriale dell’elettricità incide solo per metà della bolletta. Il resto infatti è costituito da tasse e oneri parafiscali.
Braccio di ferro sui tagli. Se i calcoli di Assorinnovabili sono corretti, si va ben oltre il miliardo e mezzo che il ministro dello Sviluppo Federica Guidi sta cercando con fatica di mettere insieme per ridurre del 10% il costo delle bollette per le piccole e medie imprese (Pmi). Sulla stesura del decreto, ancora in attesa di pubblicazione, è in corso un duro braccio di ferro sul merito delle misure da adottare.
“Apprendiamo che il governo intende inserire la norma conosciuta come spalma-incentivi, rendendola obbligatoria. Questa norma sarebbe incostituzionale perché retroattiva” afferma l’associazione che si è avvalsa del parere del costituzionalista Valerio Onida e minaccia una valanga di ricorsi. “Di fatto – prosegue – così si tagliano le risorse destinate agli impianti solari già funzionanti causando il licenziamento di almeno 10.000 lavoratori di quelle Pmi che si dice di volere aiutare”. Insomma, si cerca uno spazio in vista della stesura definitiva del testo che il presidente della Repubblica dovrà firmare a breve giro.