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Comunità energetiche: tutti i finanziamenti sono cumulabili. Il Governo chiarisce l’utilizzo dei fondi pubblici

I finanziamenti regionali o di altra provenienza per le CER possono essere cumulati. L’Italia purtroppo è in ritardo sulla costituzione nei Comuni.

Comunità energetiche: tutti i finanziamenti sono cumulabili. Il Governo chiarisce l’utilizzo dei fondi pubblici


Le comunità energetiche possono usufruire sia dei fondi del PNRR che di finanziamenti differenti. Il chiarimento è del Ministero dell’Ambiente in risposta ad un quesito della Sardegna. Il punto riguardava l’eventuale incompatibilità di fonti diverse per costituire le comunità ed in particolare il calcolo delle spese per lo studio di fattibilità nel massimale del 40 %. La Regione Sardegna ha concesso finanziamenti ad alcuni Comuni per coprire proprio parte delle spese per gli studi di fattibilità per favorire l’uso delle rinnovabili. I contributi regionali potevano contrastare con quelli del Piano di Resilienza ammissibili per i contributi in conto capitale. Il dubbio, con il rischio per la Regione di rallentare la costruzione delle CER, è stato sciolto dal Ministero che ritiene compatibile la sommatoria di più fondi pubblici. “Considerato che la promozione dell’istituzione delle comunità energetiche da fonti rinnovabili della Regione Sardegna rientra nell’obiettivo 1.2 del Pnrr (Cer e autoconsumo nei piccoli Comuni), per il ministero i contributi regionali e i fondi nazionali sono considerati complementari”.
I finanziamenti sono cumulabili su un unico investimento ma devono coprire costi differenti e non superare il 100% del valore del progetto. La partita da giocare in tutta Italia sta subendo dei ritardi ormai poco conciliabili con gli obiettivi sulla decarbonizzazione.
2,2 miliardi di euro sono i soldi stanziati nel Pnrr per il finanziamento a fondo perduto fino al 40% dei costi per ogni nuovo impianto. Quanto alle fonti si possono usare sia fotovoltaico, che eolico, idroelettrico e biomasse. Nei Comuni si accumulano progetti e proposte da parte di società disposte ad investire la parte non coperta da contributi pubblici. Quello che manca è il via libera della Commissione europea al provvedimento attuativo italiano. “Siamo in dirittura d’arrivo, speriamo che una volta passata la pausa delle vacanze anche a Bruxelles si possa chiudere e quindi che io possa firmarlo e renderlo attuativo “ ha detto il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin . Il decreto è stato inviato a Bruxelles a febbraio scorso e sull’iter di approvazione è intervenuto anche il Commissario all’Economia Paolo Gentiloni. Il dreto , ha spiegato anche il Ministro è stato condiviso con gli uffici della Commissione nella fase di pre-notifica già dallo scorso febbraio, a cui è seguita la notifica formale.Dopo il chiarimento alla Sardegna, dunque, una sola parola : attesa.

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