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Comunità energetiche rinnovabili: la Fondazione Cariplo lancia un bando e punta alla Lombardia

FIRSTonline

Sulle comunità energetiche siamo indietro. Nonostante rappresentino un buon sistema di efficienza e di controllo dei consumi plurimi, previsto da leggi (in particolare dal Decreto Milleproroghe del 2019) con incentivi pubblici a disposizione, gli italiani si mostrano ancora poco disposti a realizzarle. Probabilmente il senso di appartenenza e di “comunione” per un servizio pubblico ha bisogno ancora di qualche incoraggiamento. È forse ciò che muove il mondo bancario. Martedi 24 maggio alle 14,30 online, la Fondazione Cariplo presenterà il bando Alternative per lo sviluppo delle Comunità Energetiche Rinnovabili in Lombardia e nelle province di Novara e Verbano-Cusio-Ossola.

Il bando è il primo di questo tipo e si rivolge ad una vasta platea di soggetti: amministrazioni, enti pubblici e privati non profit . È l’avvio di un progetto che può estendersi a tutta Italia e che ora parte con un budget iniziale di 1 milione e mezzo di euro.

La collaborazione tra la Fondazione e la Regione Lombardia

La Fondazione ha sviluppato una collaborazione con la Regione Lombardia nell’ambito di una Legge Regionale che ha stanziato 22 milioni di euro a supporto delle nuove Comunità. In pratica è un’ iniziativa complementare ad un disegno più ampio per favorire l’implementazione e lo sviluppo di energia da rinnovabili sul territorio. Dopo aver valutato la situazione Cariplo ha messo a disposizione i propri fondi perché ritiene che il potenziale delle Comunità è limitato dalla mancanza di competenze specialistiche, tecniche, amministrative, economico-finanziarie da parte degli attori che intendono avviarle. Il valore sociale del bando lo spiega Giovanni Fosti, presidente della Fondazione Cariplo: “Per noi è cruciale investire sullo sviluppo di iniziative capaci di tenere insieme dimensione sociale, economica e ambientale: in questo senso le Comunità Energetiche Rinnovabili favoriscono aggregazione delle comunità, sviluppo economico locale e contrasto alla povertà energetica” .

Progetti pronti entro luglio e rapporti con il GSE

I progetti dovranno essere presentati entro il 21 luglio prossimo in modo da poter organizzare anche un servizio di assistenza tecnica ai proponenti. Quando si parla di autoconsumo collettivo di energia è bene partire con il piede giusto, avere chiaro il quadro normativo e tecnico che alla fine consente di mettere in rete l’energia pulita prodotta. Col tempo i freni allo sviluppo di queste partnership locali sono stati più di ordine organizzativo che tecnico, nonostante il caro energia di questi ultimi mesi. Gli impianti vanno progettati bene e dopo averli messi in esercizio, la comunità formalmente costituita, ne vederà i vantaggi.

I modelli esteri sono in prevalenza virtuosi e redditizi. In Italia la Comunità può fare istanza al Gestore dei Servizi Energetici (GSE) per ottenere i ristori da incassare dalla legge per l’energia condivisa. Il rapporto con il GSE può avvenire anche mediante un’azienda delegata che si occupa della gestione. Enel X, tuttavia, ha chiarito che gli incentivi non sono riconosciuti a tutta l’energia prodotta, ma solo a quella condivisa all’interno della comunità, ovvero “a quella consumata dai membri nella stessa fascia oraria di produzione”. Sono elementi che è bene conoscere prima di organizzare la struttura. È chiaro, dunque, che la convenienza di tutti è proporzionale alla composizione della Comunità che può essere particolarmente vantaggiosa nei piccoli centri e in tutti i contesti di povertà energetica.

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Categories: Economia e Imprese