Giusy Nicolini, ex segretaria di Legambiente e sindaco uscente di Lampedusa, ha ricevuto il premio Premio Unesco per la Pace, nell’aprile scorso, per essersi “distinta per l’umanità mostrata verso i migranti e per avergli accolti con dignità”. A ottobre è stata una delle quattro donne “simbolo dell’eccellenza italiana” che ha accompagnato il premier Matteo Renzi alla Casa Bianca per la cena con il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama.
Nonostante l’importanza e la caratura dei riconoscimenti ricevuti per l’impegno dimostrato nei cinque anni di operato come sindaca di uno dei comuni italiani più difficili e duri da guidare, Giusy Nicolini non è riuscita a vincere, piazzandosi solamente terza, rimanendo fuori dall’amministrazione con 908 voti. I quattromila lampedusani hanno scelto Totò Martello, già sindaco per due legislature fino al 2001 e presidente di uno dei due circoli Pd dell’isola. Secondo è arrivato il giovane grillino Filippo Mannino.
Molto probabilmente dovremo abbandonare l’immagine, fortemente voluta dall’ormai ex sindaca, di una Lampedusa che apre le braccia per accogliere i migranti sulle nostre coste.
Martello non ha aspettato infatti a dire la sua in relazione al tema sbarchi: “adesso sul piano dell’accoglienza, o meglio dell’organizzazione dell’accoglienza, deve cambiare tutto. Le nostre braccia restano aperte, ma vogliamo prima sapere quali sono le regole date: quanti ne possono arrivare, quanto tempo debbono restare, dove debbono stare”.
“Non ne possiamo più – ha continuato il nuovo sindaco – di vedere i migranti ovunque. Debbono dirci se da quel Centro (l’hotspot del Centro di Contrada Imbriacola a 4km dalle spiagge) si può entrare o uscire senza problemi. Stabiliamo le regole. Si dica se reti metalliche e poliziotti servono solo per non fare entrare i lampedusani nel Centro accoglienza”.
Le parole del segretario provinciale Pd di Agrigento sembrano riassumere al meglio la situazione, che agli occhi dei più risulta singolare: “Forse Giusy ha avuto troppi riconoscimenti e per molti siciliani non va bene. Siamo così bravi a farci del male da soli, da sempre“.