Non solo rame e ferro. Tra le materie prime in sprint ci sono anche quelle agricole e, fra queste, a distinguersi è l’olio di palma, che nella notte di giovedì ha fatto segnare a Kuala Lumpur il future più alto di sempre. Alla Borsa della Malesia, infatti, il contratto benchmark su questa commodity ha toccato quota 4.524 ringgit la tonnellata (pari a 1,094.33 dollari).
A spingere le quotazioni dell’olio di palma sono in primo luogo le preoccupazioni per la scarsa fornitura globale di olio commestibile.
Inoltre, pesano le aspettative degli operatori sul rapporto che il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti rilascerà oggi, 12 maggio, con le nuove stime sulla domanda e sull’offerta agricola mondiale. Gli analisti si aspettano che il documento preveda una restrizione delle forniture fino al 2022.
“I fondi continuano anche ad acquistare commodity in generale come copertura contro l’inflazione, considerando il dollaro basso”, aggiunge una fonte citata da S&P Global.
L’olio di palma è sostenuto poi dal rally del mercato agricolo globale, guidato dai futures del mais e della soia di Chicago, anch’essi scambiati sui massimi degli ultimi anni.
E i rialzi, con ogni probabilità, non sono finiti: secondo Wang Tao, analista di Reuters, l’olio di palma è pronto a rompere una resistenza a 4.436 ringgit per tonnellata e salire fino a 4.494-4.556 ringgit.
La fonte citata da S&P Global sottolinea invece che, nel panorama complessivo delle commodity agricole, “la produzione globale di semi oleosi è stata sottoposta a pressioni significative dalle preoccupazioni meteorologiche lo scorso anno e questo ha provocato una stretta dell’offerta, che ha visto i prezzi continuare a crescere. Anche la carenza di manodopera nelle regioni produttrici di olio di palma è preoccupante”.