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Commodities e Wall Street mandano in rosso le Borse e Piazza Affari perde l’1,59%

FIRSTonline

Giornata volatile e contrastata per le Borse europee nonostante il via libera della Corte di giustizia europea all’acquisto di titoli di Stato da parte della Bce. Milano nel pomeriggio sprofonda e chiude in calo dell’1,59%, Parigi -1,56% appesantita da utilities e da Arcelor Mittal, Francoforte -1,25% risente delle vendite su Thyssenkrupps. Madrid -1,2%. Londra cede addirittura il 2,35% colpita dai titoli delle aziende minerarie, comparto su cui si sono concentrate le vendite della giornata.

Lo spread Btp-bund ha chiuso in calo a 130 punti. Oggi la Germania ha collocato in asta Bund a 10 anni per 4,122 miliardi con tassi a nuovi minimi storici, allo 0,52 per cento. A fronte di un’offerta per 5 miliardi ci sono state richieste per 5,547 miliardi. 

In Europa la produzione industriale a novembre è cresciuta dello 0,2% sia nell’Eurozona che nell’Ue rispetto a ottobre, quando era cresciuta dello 0,3 per cento. La gelata è arrivata però dalla Banca Mondiale che nel suo rapporto semestrale ha tagliato le stime di crescita globale: nel 2015 l’economia crescerà del 3% dal 3,4% precedente e nel 2016 il Pil salirà del 3,3% dal 3,5%. Per il Fmi l’economia internazionale è troppo dipendente dai soli Stati Uniti.

L’umore dei mercati non è  comunque differente a Wall Street che teme il rallentamento globale. Alla chiusura dell’europa il Dow Jones cedeva l’1,52%, l’S&P500 l’1,25% e il Nasdaqlo 0,93%. Il cambio euro dollaro sale dello 0,22% a 1,1799. Il colosso Jp Morgan ha diffuso i dati del quarto trimestre 2014 che si è chiuso con un utile netto di 4,93 miliardi di dollari, in calo del 6,6% rispetto allo stesso periodo del 2013. L’utile per azione si attesta a 1,19 dollari, sotto gli 1,31 dollari attesi dagli analisti. Nel trimestre la banca ha accantonato 840 milioni per perdite su crediti e registrato spese legali per 990 milioni. Il ceo Dimon ha tuonato dicendo che la banca è “sotto attacco” da parte dei regolatori.

I listini Usa risentono anche dei dati Usa sulle vendite al dettaglio e dei prezzi all’import. Le vendite al dettaglio sono calate in dicembre dello 0,9%, ben oltre la flessione dello 0,2% attesa dagli analisti. Si tratta della peggiore performance su base mensile dal gennaio di un anno fa. Per l’intero 2014, le vendite al dettaglio sono aumentate del 4% (4,1% nel 2013), il minor incremento dal 2009. Un risultato che dipende però fortemente dal calo dei prezzi dell’energia: se non si constar il calo delle vendite della benzina, le vendite al dettaglio sono hanno registrato uni progresso del 4,8% nel 2014. In riduzione a dicembre anche i prezzi dell’import che sono scesi del 2,5% più delle attese degli analisti. Aumentano a novembre le scorte aziendali che hanno registrato un rialzo dello 0,2% rispetto allo 0,3% atteso. Le scorte settimanali di petrolio sono salite di 5,389 milioni di barili a 387,782 milioni. Il petrolio Wti chiude in rialzo dello 0,15%. Domani il presidente russo Vladimir Putin incontrerà a Mosca il presidente venezuelano Nicolas Maduro per discutere lo sviluppo della cooperazione bilaterale, con l’attuazione di grandi progetti nei settori dell’energia, agricoltura e industria. In agenda però anche la caduta del prezzo del petrolio che colpisce gravemente entrambi i Paesi. 

A Piazza Affari vendite sui petroliferi con Eni che cede il 2,95%. Il peggior titolo del Ftse Mib è però Buzi Unicem -4,75%, seguito da Moncler -3,78% e Prysmian -3,09%. In territorio positivo solo tre blue chip, guidate dal rialzo diu Bpm +1,77%. Oggi la Consob ha reso noto che Norges Bank, la banca centrale norvegese, ha il 2,008% del capitale del Banco Popolare dall’8 gennaio. Bene anche Ubi Banca +0,46% e Tod’s +0.26%.

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Categories: Finanza e Mercati