Per semplificare gli adempimenti fiscali delle imprese operanti nei diversi Stati europei, la Commissione Ue ha approvato la proposta di direttiva del Consiglio europeo recante modifica della direttiva 2006/112/CE, relativa al sistema comune d’imposta sul valore aggiunto e introduttiva di una dichiarazione Iva standard.
La proposta si inserisce da un lato nell’armonizzazione delle imposte indirette e, dall’altro, nel contesto di semplificazione in materia amministrativa, con particolare riferimento agli adempimenti Iva, fortemente richiamato già da anni dalle istituzioni europee.
L’obiettivo è di giungere, entro il 2016, alla predisposizione di un modello unico standardizzato che possa valere in tutti i 28 Paesi facenti parte dell’Unione Europea, che contenga un numero limitato di informazioni obbligatorie, da presentare in un formato comune, preferibilmente elettronico. La proposta verte principalmente sul contenuto, sulle modalità e sui termini di presentazione e di versamento. Inoltre, contiene modifiche alle altre dichiarazioni e comunicazioni ai fini dell’Iva.
Nello specifico, dal punto di vista del contenuto, viene prevista una dichiarazione standardizzata per tutti i Paesi basata su un massimo di ventisei caselle, configurando una semplificazione notevole rispetto alle 586 caselle di cui si compone l’attuale dichiarazione italiana. Quanto alle modalità di presentazione, è previsto l’obbligo di presentazione per via elettronica in tutti gli Stati membri, utilizzando firme elettroniche avanzate interoperabili in tutta l’Ue.
Al fine di ridurre la frequenza degli adempimenti, è stato previsto che il periodo di imposta debba avere una cadenza mensile per tutte le imprese, a eccezione delle microimprese, per le quali è stabilita una cadenza trimestrale, salvo la possibilità di prorogare il termine per un periodo massimo di un anno. La scadenza minima per la presentazione della dichiarazione è stabilita entro la fine del mese successivo al periodo di imposta, fatta salva la facoltà di proroga di un ulteriore mese.
I termini di versamento coincidono con il momento della presentazione della dichiarazione oppure con il termine ultimo stabilito per la sua presentazione. Contestualmente, è disposta la soppressione della facoltà per gli Stati membri di prevedere termini di versamento differenti o di richiedere acconti provvisori.
La proposta di direttiva prevede, infine, la soppressione della dichiarazione concernente l’importazione di beni e della comunicazione dati Iva annuale.
La necessità di una riduzione dei vincoli amministrativi all’attività delle imprese, infatti, è stata evidenziata nelle conclusioni della Presidenza del Consiglio europeo già nel 2007, allorché fu messa in luce l’importanza di ridurre i nodi burocratici al fine di accelerare la crescita economica europea. A tal fine, la Commissione europea è stata delegata a sviluppare un apposito piano attuativo, nel quale, tra le altre, è stata identificata come area di intervento quella relativa all’imposta sul valore aggiunto.
Così, nel 2009 è stato presentato dalla Commissione Europea un documento volto a semplificare i relativi adempimenti. Nel dicembre 2010 è stato pubblicato il “Libro Verde sul futuro dell’Iva”, nel quale è stata avviata una consultazione sul futuro dell’imposta. In questa sede, è stata avanzata la proposta di una dichiarazione Iva standardizzata per tutti i Paesi membri, adottabile in via opzionale dagli operatori, ma da recepire obbligatoriamente in ciascuno Stato. Nel dicembre 2011, la Commissione europea, in base ai responsi positivi ricevuti dalla precedente consultazione, ha prodotto una comunicazione sul futuro dell’Iva nella quale, tra le altre cose, è stato posto l’obiettivo di presentare, entro il 2013, una proposta volta all’introduzione di una dichiarazione Iva standardizzata. Contestualmente alla pubblicazione del Libro Verde, è stato costituito un “VAT expert group”, che, nel novembre 2012, ha prospettato diverse possibilità di intervento, tra cui l’introduzione di un modello Iva standard.
In conseguenza del percorso sin qui delineato, in cui si sono peraltro inserite successive consultazioni nell’ambito dello “Small Business Act” e nell’ambito del “gruppo sul futuro dell’Iva”, riunitosi nel gennaio 2013, si è giunti alla formulazione dell’attuale proposta.