Italia e Finlandia sono gli unici membri dell’Eurozona che nel 2013 hanno visto calare la produttività. Perfino la Grecia ha registrato una crescita. E nella classifica generale della competitività, il nostro Paese perde ancora posizioni, scivolando fin dietro la Spagna, che ha varato una riforma del lavoro ritenuta più efficace. E’ quanto emerge da un rapporto che la Commissione europea approverà oggi.
Secondo Bruxelles, il declino italiano degli ultimi 10 è dovuto all’effetto combinato degli scarsi aumenti del salario lordo e dell’insufficiente crescita della competitività. Per migliorare la situazione, più volte la Commissione Ue ha sollecitato l’Italia a spostare la riduzione del carico fiscale dalla casa al lavoro e alle imprese. Quanto al capitolo energia, il nostro Paese registra insieme a Cipro i costi più alti di tutta la zona Euro.
Il rapporto – anticipato dall’Adnkronos – sottolinea che dal 2007 in Italia è in corso una forte deindustrializzazione: la produzione è crollata del 20%, malgrado la quota di valore aggiunto totale nell’economia del manifatturiero resti “leggermente al di sopra della media Ue”.
In generale, la maggior parte dei paesi Ue ha dei problemi (eccetto la Germania, che registra dei buoni risultati). Pesano soprattutto gli “alti costi dell’energia”, la “burocrazia”, la “scarsa spesa in ricerca e innovazione” e i “problemi di accesso al credito”.