Passo indietro del Governo tedesco. Non ci sarà nessuna legge “a protezione” delle banche tedesche. Almeno per il momento. La conferma è arrivata direttamente dal ministero delle Finanze di Berlino, con un portavoce che ha affermato a chiare lettere: “smentiamo questi scenari”.
La legge anti-Unicredit
La settimana scorsa erano circolate diverse indiscrezioni in base alle quali il governo tedesco avrebbe voluto imporre una stretta sulle future acquisizioni, stabilendo obblighi più severi sulla trasparenza per gli investitori che comprano quote di aziende tedesche. Una reazione all’operazione Unicredit-Commerzbank. A metà settembre, infatti, la banca guidata da Andrea Orcel ha annunciato l’acquisto del 9% di Commerzbank e l’attivazione di equity swap su un ulteriore 11,5% della banca tedesca. Mosse che hanno mandato su tutte le furie il cancelliere Olaf Scholz che ha parlato di “atto ostile”. Il Governo tedesco, inoltre, ha più volte detto di non essere stato a conoscenza delle intenzioni della banca italiana, salvo poi essere smentito da alcuni documenti parlamentari che dimostrano contatti e colloqui tra dirigenti di Unicredit e alti funzionari del governo di Berlino nei mesi precedenti l’acquisto di una parte della partecipazione statale in Commerzbank.
Tornando alle indiscrezioni, le regole attuali prevedono che gli investitori debbano comunicare l’acquisto di azioni al di sopra della soglia del 3% che diventa 5% per i derivati. In base ai rumors l’ipotesi allo studio del ministero delle Finanze di Berlino prevedeva di abbassare queste soglie, uniformandole al 3% sia per le azioni che per i derivati, che per le combinazioni tra strumenti diversi. In questo modo, “l’effetto sorpresa” causato dall’operazione Unicredit-Commerzbank in futuro sarebbe stato scongiurato.
Bruxelles: “Restrizioni solo se proporzionate”
Il passo indietro del Governo sulla possibile legge già ribattezzata “anti-Unicredit” potrebbe essere dovuto anche dalle reazioni arrivate da Bruxelles. La Commissione Europea ha infatti affermato che eventuali restrizioni alle regole del libero mercato “sono consentite solo se proporzionate e basate sui suoi interessi legittimi”. Per non parlare della Bce, che non ha mai commentato direttamente l’operazione, ma ha sempre ribadito il suo favore nei confronti delle “fusioni transfrontaliere”. “Il consolidamento bancario a livello europeo è qualcosa che da più parti è auspicato da tempo”, ha dichiarato la presidente della banca centrale Christine Lagarde.
Dopo che Unicredit ha comunicato di avere in mano un ipotetico 21% e ha chiesto l’autorizzazione a salire fino al 29,9%, sarà proprio la Bce, tra l’altro, ad avere l’ultima parola sull’operazione. Il supervisory board della Banca centrale, entro novembre, completerà infatti l’istruttoria preliminare all’acquisto di quote rilevanti nel capitale delle banche.
Commerzbank valuta acquisizioni
Nel frattempo, la nuova Ceo di Commerzbank, Bettina Orlopp, ha affermato che la banca è in cerca di nuove prede. “Possiamo anche crescere in modo inorganico attraverso acquisizioni“, ha detto a WirtschaftsWoche. Tali acquisizioni sono ipotizzabili “nell’area della gestione patrimoniale, ad esempio”. “Allo stesso tempo, cercheremo acquisizioni nel settore dei clienti aziendali“, ha proseguito Orlopp. La Ceo ha aggiunto che la banca vuole concentrarsi sull’offerta di nuovi servizi ai clienti in caso di acquisizioni. Tuttavia, le acquisizioni non sono l’unico modo per ottenere un’ulteriore crescita. Vede un potenziale corrispondente nella filiale di direct banking Comdirect, per esempio.