Ristrutturare lo stadio Giuseppe Meazza di Milano, senza abbatterlo per costruirne uno nuovo (e rivoluzionare il quartiere di San Siro), come vorrebbero Inter e Milan e come sembra disposto ad accettare il sindaco Beppe Sala, si può. Ne è convinto il Comitato di Coordinamento San Siro, l’associazione dei cittadini della zona che nei giorni scorsi ha organizzato una tavola rotonda raccogliendo i pareri di diversi esperti, alcuni dei quali hanno già anche lavorato sulla struttura del Meazza e dunque lo conoscono a fondo. Sono intervenuti tra gli altri l’architetto Jacopo Mascheroni e l’ingegner Riccardo Aceti, mentre i pareri sulla staticità della struttura del Meazza sono stati presentati dall’ingegner Roberto Fogazzi e dal professor Franco Mola.
La conclusione è stata, riporta una nota del Comitato, che il Meazza si può ristrutturare a fondo per renderlo l’unico stadio efficiente ed efficace, senza quindi bisogno di costruirne uno nuovo accanto o peggio ancora avere due stadi. La ristrutturazione, secondo quanto stimato dai tecnici coinvolti dal Comitati, costerebbe la metà di quanto dicono le squadre, i tempi sarebbero più contenuti, il campionato potrebbe continuare, i posti premium sarebbero assicurati e ugualmente verrebbero introdotti tutti i servizi e gli optional che richiedono i grandi stadi moderni. In più – cosa non da poco – il Meazza manterrebbe la sua fisionomia iconica che lo ha reso famoso nel mondo.
“Con questa tavola rotonda cambia lo scenario sul tema dello stadio San Siro. E da domani la questione San Siro non sarà più la stessa – ha detto Enrico Fedrighini, assessore all’ambiente del Municipio 8 -. Il discorso come è stato presentato deve ora entrare a Palazzo Marino”. “Il nostro comitato – ha aggiunto Gabriella Bruschi, presidente del Coordinamento (leggi il suo intervento su FIRSTonline) – vuole portare avanti un discorso più ecologico rispetto ai progetti presentati dalle due squadre. Gli interventi della tavola rotonda hanno dimostrato che si può benissimo ristrutturare lo stadio Meazza a fondo, mantenendo anche la sua iconicità che l’ha reso famoso in tutto il mondo. Ciò significa che cade la necessità di avere un altro stadio e tanto meno due stadi, significa risparmio di suolo, risparmio di soldi, tempi contenuti”.
“Se il Meazza resta – ha aggiunto Bruschi -, va da sé che l’area attorno resta libera e le due squadre posso costruire ciò che loro ritengono essere il loro vero business, senza stravolgere la zona con troppa cementificazione. E le squadre si porterebbero a casa l’orgoglio e il merito di presentare al mondo uno stadio non solo efficiente e moderno, ma anche uno stadio-icona”.