L’eccezionale ondata di caldo che ha investito il nostro Paese rende tutto più difficile, anche lavorare. Per proteggere i lavoratori da questa sfida, l’Inail ha stilato un decalogo contenente importanti indicazioni per affrontare il lavoro in caso di alte temperature, in linea con quanto previsto dall’Inps dal 2017: se il caldo supera i 35 gradi, sia nel caso di temperatura effettiva che percepita, si potrà sospendere l’attività lavorativa e richiedere la cassa integrazione ordinaria.
Lavorare con caldo record: sopra i 35 gradi si può chiedere la Cig
Le temperature superiori ai 35 gradi, che impediscono lo svolgimento di fasi di lavoro in luoghi non proteggibili dal sole o che comportino l’utilizzo di materiali o lo svolgimento di lavorazioni che non sopportano il forte calore, possono dare diritto alla Cassa integrazione ordinaria. E questo vale anche se la temperatura reale ha un valore inferiore a quello citato: il parametro che conta è infatti quello delle temperature percepite, poiché ciò che conta sono le temperature percepite, che possono essere ottenute dai bollettini meteo quando superano la temperatura reale.
Chi può fare domanda? Interessati dalla domanda Cig per troppo caldo sono tutti quei lavoratori alle prese con mansioni particolarmente esposte al rischio calore: come gli operai dei cantieri stradali. In ogni caso, tutti quei lavori svolti in luoghi non proteggibili dal sole o che comportino l’utilizzo di materiali o lo svolgimento di lavorazioni che non sopportano il forte calore.
Come richiedere la Cassa integrazione per caldo?
In base al vademecum Inps-Inail del 2022, è l’azienda a dover presentare domanda, a cui va allegata la relazione tecnica in cui si specifica:
- le giornate di sospensione o riduzione dell’attività lavorativa;
- il tipo di lavorazione in atto nelle giornate medesime.
L’azienda che richiede la cassa integrazione ordinaria per caldo sopra i 35 gradi non è tenuta a produrre dichiarazioni che attestino l’entità della temperatura, né a produrre i bollettini meteo.
Come lavorare con questo caldo? Le disposizioni Inail
Il decalogo prevede anche ulteriori indicazioni per riuscire a combattere il caldo record sul posto di lavoro: dalla riprogrammazione delle attività non prioritarie, all’acqua disponibile per i lavoratori esposti alle altre temperature, passando per aree ombreggiate o climatizzate per le pause. Si invita inoltre all’alternanza dei turni tra i lavoratori in modo da minimizzare l’esposizione individuale al caldo o al sole diretto, e all’interruzione del lavoro in casi estremi quando il rischio di patologie da calore è molto alto. Particolarmente esposti ai contraccolpi delle alte temperature sono i lavoratori che hanno malattie pregresse come il diabete.
Un responsabile per la sorveglianza delle condizioni climatiche
Tra le raccomandazioni c’è quella di individuare un responsabile, presente sul luogo di lavoro, per la sorveglianza delle condizioni climatiche, formato sull’appropriato uso dell’indice di calore e sugli indicatori di rischio di stress termico, preposto all’attuazione delle misure di tutela specifiche in caso di insorgenza delle condizioni di stress termico.
Troppo caldo per lavorare: controllo reciproco
Si chiede ai datori di lavoro, inoltre, di “promuovere il reciproco controllo dei lavoratori soprattutto in momenti della giornata caratterizzati da temperature particolarmente elevate o, in generale, durante le ondate di calore. In caso di insorgenza di segni e sintomi di patologie da calore, un compagno vicino potrà chiamare il 118 (o il numero unico 112) e prestare il primo soccorso”.
Formazione per i lavoratori
La formazione serve ad aumentare la consapevolezza dei lavoratori sugli effetti dello stress da caldo e sulle misure di prevenzione e protezione da adottare. Deve comprendere raccomandazioni sugli abiti preferibilmente da indossare (abiti leggeri in fibre naturali, traspiranti e di colore chiaro), sull’importanza di mantenere un ottimo stato di idratazione e un’alimentazione equilibrata, sui fattori di rischio individuali e la gestione dei sintomi delle patologie da calore, come prevenirne l’insorgenza e come riconoscere i sintomi. È importante che la formazione venga fatta in una lingua che i lavoratori comprendano.
Tutela della salute e sicurezza sul lavoro
Proprio oggi, mercoledì 19 luglio, si è concluso il percorso formativo nazionale di 64 ore che a partire da febbraio 2023 ha impegnato circa 25 Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza Territoriale (RLST) della Federazione dei metalmeccanici della Cisl, provenienti da tutto il territorio nazionale, in sessioni formative prevalentemente a distanza sui temi della tutela della salute e sicurezza sul lavoro con particolare riferimento ai limiti, obblighi e sanzioni in caso di violazioni.
Il percorso è stato promosso dalla Fim Cisl Nazionale, con risorse stanziate dall’O.P.N.M. – Organismo Paritetico Nazionale Metalmeccanici, il patrocinio del Dipartimento Confederale Cisl ed il supporto didattico ed organizzativo di Ial Nazionale ed ha coinvolto importanti esperti della Cisl, ricercatori universitari e rappresentanti di Inail.
Per il presidente Ial Stefano Mastrovincenzo e il Segretario generale Fim Roberto Benaglia l’iniziativa conferma ancora una volta l’impegno congiunto di Fim, Cisl e Ial, sui temi della tutela della sicurezza sul lavoro e l’investimento strategico sulla formazione per il rafforzamento delle competenze e del ruolo della rappresentanza nei diversi contesti lavorativi, specie su temi chiave della prevenzione e della tutela della salute e della sicurezza sul lavoro.