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Come combattere la crisi? Mettendosi nelle sapienti mani delle donne…

Secondo lo studio del Cermes dell’università Bocconi “Donne che combattono la crisi – La nuova etica dei consumi al femminile in tempi di recessione” l’universo femminile, che gestisce l’80% dei consumi familiari in Italia, è quello meglio predisposto a gestire la crisi, attraverso sacrifici e tagli alle spese: ecco come.

Come combattere la crisi? Mettendosi nelle sapienti mani delle donne…

Sono circa 3,3 miliardi nel mondo, oltre la metà degli esseri umani presenti sul pianeta. Solo in Italia, ce ne sono 30 milioni: in poche lavorano (35%), ancora meno sono laureate (15%), iniziano da poco ad essere considerate in politica (+46% al Senato in questa legislatura) e si occupano della casa il quadruplo di quanto facciano le “colleghe” dei Paesi del Nord Europa. Ma, soprattutto, sono delle valorose guerriere contro la crisi: più degli uomini, visto che sono loro a decidere l’80% delle spese familiari.

Chi sono? Le donne ovviamente, che secondo lo studio del Cermes (Centro di ricerca su marketing e servizi) dell’università Bocconi “Donne che combattono la crisi – La nuova etica dei consumi al femminile in tempi di recessione”, sono delle indomite strateghe del risparmio e della sobrietà. Soprattutto al centro-sud, dove sono in meno a lavorare e dove i redditi sono tendenzialmente più bassi. Ma anche al Nord, dove l’autonomia e il livello di istruzione raggiunto hanno permesso un ritorno ai valori della parsimonia che va oltre la necessità ed è mirato soprattutto ai figli e al loro futuro.

Secondo la ricerca infatti la prima fonte di preoccupazione dell’universo femminile di fronte alla crisi economica è la prole (per il 45% delle intervistate), seguita dall’ansia di perdere il proprio lavoro (37,4% dei casi). C’è poi una percentuale minoritaria ma presente, che va a testimoniare la lungimiranza e il polso delle donne, che vede nella recessione persino aspetti positivi (11,8%) e soprattutto che è convinta di poterla gestire meglio del cosiddetto sesso forte (6,2%).

La crisi è un’opportunità, insomma, per un ritorno all’etica dei consumi, come dice il titolo stesso del lavoro del Cermes. E alle intenzioni riferite nel sondaggio sono seguiti pure i fatti, visto che mogli, compagne e madri sono le prime a fare sacrifici e i settori più colpiti sono proprio quelli più piacevoli e spesso tipicamente femminili: la cura del corpo, le vacanze, l’abbigliamento, le cene fuori.

In che modo il mondo rosa sta realizzando questo piccolo miracolo imprenditoriale? Innanzitutto, con la strategia: l’89% delle intervistate ha dichiarato di avere una specifica strategia dei “tagli” alla spesa. La maggior parte di loro lo fa puntando su sconti e offerte, oppure eliminando i prodotti di marca e scegliendo la marca del supermercato, o ancora optando per la qualità ma in minor quantità.

C’è chi poi, specialmente al Sud, ricorre direttamente al selfmade. È il 79% delle italiane, che per esempio anziché cercare la verdura al bancone del negozio prova, ove possibile, a curarsi un orto nel giardino di casa, o ancora a fare torte e dolci in cucina anziché comprare biscotti e merendine. La categoria del “prepararsi in casa ciò che prima si acquistava pronto” raggiunge il 46,7% delle famiglie, ma ancora più sorprendente è il 56,7% che rinuncia a parrucchiere ed estetista e si arma di pazienza e lo fa da solo. Eroine, conoscendo i vezzi femminili.

Ma non è tutto. Il 54% delle capofamiglia italiane (a questo punto è giusto chiamarle così) mette in atto una scientifica pianificazione dei tempi e dei luoghi di acquisto: se e quando andare all’outlet, sfruttare al massimo i saldi, e in generale programmare qualsiasi spesa, anche quella alimentare.

Veri e propri colonnelli, dunque, che a quanto pare indossano sempre di più i pantaloni. In Italia infatti fa capo alle donne il 63% dei consumi totali, il quale dato sta ad indicare che la leadership non vale solo per i tradizionali prodotti “rosa”  (casa 82%, cosmesi 92%, etc) ma anche per attività una volta considerate piuttosto maschili. Come per esempio organizzare un viaggio (ora il 40% delle donne lo sceglie da sola), eseguire una transazione bancaria e/o assicurativa (il 36,6% è autonomo), comprare e mantenere un’automobile (il 28% lo fa tranquillamente senza intromissioni maschili) e soprattutto gestire le utenze domestiche (il 42% ci sa fare benissimo da sola).

La ricetta contro la crisi, dunque, è più che mai servita: mettersi nelle sapienti mani di una donna.

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