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Come andare in pensione nel 2024? Ecco tutte le novità. Tra tagli, tetti, Quota 103 con limiti, arriva la stretta

La Manovra di bilancio 2024 prevede una stretta generale sulle pensioni, con il mantenimento di Quota 103 ma con alcune modifiche per i lavoratori pubblici e privati. Tramonta l’ipotesi di quota 104. Ape Sociale e Opzione Donna prorogate con alcune novità. I sindacati dei medici protestano per la norma che punta a rivedere il meccanismo di calcolo delle pensioni dal retributivo al contributivo

Come andare in pensione nel 2024? Ecco tutte le novità. Tra tagli, tetti, Quota 103 con limiti, arriva la stretta

La Manovra 2024 comporterà una stretta generale sulle pensioni, con il mantenimento di Quota 103 e alcune modifiche per i lavoratori pubblici e privati. Tramontata quindi l’idea di Quota 104 mentre Ape sociale e Opzione donna avranno requisiti più rigidi, e le pensioni medie non saranno più adeguate all’aumento del costo della vita.

Nel 2024, si stima che solo circa 17.000 lavoratori potranno accedere alla pensione con Quota 103 (avendo almeno 62 anni di età e 41 anni di contributi), secondo la Relazione tecnica allegata alla legge di Bilancio inviata al Parlamento. Questa stima è influenzata dal calcolo completamente contributivo dell’assegno pensionistico e dal tetto di quattro volte il trattamento minimo (pari a 2.252 euro lordi) fino al raggiungimento dell’età pensionabile (che era di cinque volte nel 2023).

Le pensioni fino a 2.000 euro al mese saranno rivalutate pienamente, mentre quelle tra 2.000 e 2.627 euro avranno una rivalutazione all’85%. Le pensioni oltre 10 volte il minimo (oltre 5.000 euro) vedranno una riduzione del tasso di rivalutazione dal 32% al 22%. Le pensioni tra 5-6 volte il minimo saranno rivalutate al 53%, tra 6-8 volte al 47%, e tra 8-10 volte al 37%.

Nel 2025, potrebbero accedere alla misura circa 25.000 persone che soddisferanno i requisiti nel 2024, mentre nel 2026 sarebbero previste 3.000 persone.

La Relazione evidenzia che il costo pensionistico della misura è previsto essere di 112 milioni nel 2024, 804 milioni nel 2025 e 414 milioni nel 2026. Per il 2027, si prevede un risparmio di 151 milioni. Inoltre, ci saranno oneri aggiuntivi legati all’anticipo del Tfr. Nel complesso, i costi totali della misura ammontano a 149 milioni nel 2024, 835 milioni nel 2025 e 355 milioni nel 2026, mentre nel 2027 si prevede un risparmio di 160 milioni.

Quota 103 confermata, ma con nuovi limiti

La possibilità di pensione anticipata con 62 anni di età e 41 anni di contributi è confermata per il 2023 e 2024, ma ci sono alcune differenze rispetto alla Quota 103 attuale:

  • Il periodo della cosiddetta finestra (ovvero il periodo di attesa per ottenere il primo rateo della pensione una volta maturati i requisiti) si estende a 7 mesi per i lavoratori privati e 9 mesi per i lavoratori pubblici
  • L’assegno di pensione sarà calcolato solo utilizzando il sistema contributivo, anche per i contributi maturati in precedenza nel sistema retributivo
  • L’assegno mensile non può superare i circa 2.272 euro lordi (quattro volte il trattamento minimo) fino all’età della pensione di vecchiaia (67 anni)
  • Chi rimane al lavoro potrebbe ricevere un bonus aggiuntivo

Ape Sociale

L’Ape sociale, misura che consente a disoccupati, invalidi e caregiver di lasciare il lavoro anticipatamente con un assegno ponte fino al raggiungimento dei requisiti pensionistici, viene prorogato di un anno ma con una novità. In passato, per accedere a questa opzione, erano necessari 63 anni d’età e 36 anni di contributi mentre ora si richiedono 63 anni e 5 mesi di età con 36 anni (o 30) di contributi per coloro in condizioni di disagio, come disoccupati, assistenti di familiari disabili, persone con invalidità almeno al 74%, e lavoratori in occupazioni gravose.

Nel 2024 si prevede che circa 12.500 persone possano accedere alla misura, con una spesa stimata di 85 milioni. Nel 2025, si prevede un’uscita di 11.100 persone con una spesa di 168 milioni, mentre nel 2026, si stima che 8.000 persone possano usufruire dell’Ape sociale con una spesa prevista di 127 milioni. Nel 2027, la stima è di 3.400 persone con una spesa stimata di 67 milioni.

Opzione Donna

La misura dell’Opzione donna, che consente alle lavoratrici di andare in pensione anticipata con una riduzione dell’assegno, viene prorogata.

È previsto però un aumento di un anno dell’età minima da 60 a 61 anni più 35 anni di contributi; l’età può diminuire a 60 anni in presenza di un figlio o a 59 anni in caso di più figli.

Nel 2024, si prevede che solo 2.200 persone possano uscire con questa opzione, con una spesa stimata di 16,1 milioni. Nel 2025, si attendono 3.000 uscite con una spesa prevista di 44,9 milioni. Nel primo trimestre del 2023, ci sono state 2.228 uscite con l’Opzione donna. Le finestre di 12 mesi per le dipendenti e 18 mesi per le autonome rimangono confermate.

Pensione di vecchiaia e anticipata

Le regole per la pensione di vecchiaia rimangono invariate, con un’età pensionabile di 67 anni e un minimo di 20 anni di contributi.

Per la pensione anticipata nel 2024, sono richiesti requisiti diversi per uomini e donne. Gli uomini devono avere un’anzianità contributiva di 42 anni e dieci mesi, mentre le donne devono aver accumulato 41 anni e dieci mesi di contributi per accedere al pensionamento anticipato.

Protestano i medici: “pronti allo sciopero”

Attualmente, c’è una controversia riguardo ai tagli alle pensioni all’interno della maggioranza governativa. La norma in discussione mira a rivedere il meccanismo di calcolo delle pensioni per i lavoratori che si trovano tra il sistema retributivo e quello contributivo, al fine di renderlo simile a quello già applicato ad altre categorie di dipendenti. In pratica, per i dipendenti degli enti locali, maestri, ufficiali giudiziari e personale sanitario si profila una stretta per la quota retributiva nel caso di lavoratori con meno di 15 anni di contributi. Il cambiamento mira a generare risparmi per le finanze pubbliche, ma è oggetto di forte dissenso da parte dei destinatari della misura, in particolare del personale medico che minaccia lo sciopero generale.

I sindacati medici stanno protestando contro la norma sulla riduzione della quota retributiva perché produce tagli ai rendimenti delle pensioni e perché ritengono che questa misura colpirebbe duramente i medici e potrebbe causare un significativo esodo di professionisti dal Servizio Sanitario Nazionale. Una prospettiva considerata “inaccettabile”. Perciò i sindacati dei medici, come l’Anaao-Assomed e il sindacato Cimo-Fesmed, minacciano uno sciopero entro dicembre.

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