In base agli ultimi provvedimenti anti-coronavirus del governo, quali sono le regole su come andare in macchina? Innanzitutto, bisogna ricordare la norma generale sugli spostamenti: sono consentiti solo quelli per motivi di lavoro, di salute o di stretta necessità (come andare al supermercato o in farmacia).
AUTO: NESSUNA LIMITAZIONE CON I CONVIVENTI
Dopo di che, per quanto riguarda le modalità pratiche dei viaggi in macchina, il ministero dell’Interno ha chiarito che in auto non è prevista alcuna limitazione se si va con i familiari conviventi. Si suppone infatti che con quelle persone la distanza minima di un metro sia già stata violata fra le mura di casa.
AUTO: MASSIMO IN 2 SE NON CONVIVENTI
Il discorso cambia se si è con altre persone. In quel caso è obbligatorio rispettare la distanza di sicurezza fra i passeggeri. Ne consegue che – a meno che non si abbia un furgoncino o un Suv particolarmente grande – in macchina possono sedere solo due persone: una al posto del guidatore e una sul sedile posteriore destro.
MOTO, SCOOTER, MOTORINI: IN 2 SOLO CON I CONVIVENTI
Un discorso simile vala anche per moto, scooter e motorini. È permesso portare un passeggero se si tratta di un convivente. In caso contrario, bisogna andare da soli, vista l’impossibilità di rimanere a un metro di distanza dal passeggero.
BICICLETTE: VANNO BENE ANCHE PER FARE SPORT
Un caso più controverso è quello che riguarda le biciclette. In diverse città i ciclisti sono stati multati, ma il Viminale ha chiarito che andare in biciletta è permesso non solo per gli spostamenti consentiti (lavoro, motivi sanitari o di stretta necessità), ma anche per fare attività fisica su strada o su piste ciclabili. L’unica condizione, come sempre, è che sia garantita la distanza di almeno un metro dalle altre persone. Le pedalate di gruppo, quindi, sono vietate.
Riguardo al limite dei familiari in auto.
Scrivete che il ministero ha indicato che non ci sono limiti per i conviventi.
Potreste indicarmi dove lo scrivono?
Grazie!
Posso portare mia madre con auto ed accompagnare in reparto ospedaliero per terapie inderogabili?