Hanno trovato un cartello di scuse e il cancello chiuso i turisti che questa mattina hanno fatto la fila per visitare il Colosseo. Il monumento simbolo della Capitale, ma anche Foro Romano e Palatino, Terme di Diocleziano e Ostia Antica sono rimasti chiusi per tre ore a causa di un’assemblea sindacale dei lavoratori. I siti archeologici sono stati aperti intorno alle 11.30 come promesso dai cartelli in italiano e inglese affissi all’ingresso.
La notizia dell’assemblea però, non era nota e moltissimi turisti si sono messi in coda per entrare nel Colosseo, salvo poi rimanere delusi arrivati di fronte al cancello d’ingresso. Ad avvertire la folla sono stati i centurioni che hanno invitato i turisti a tornare dopo le 11. Il fatto di questa mattina ha subito scatenato forti polemiche, nonostante la Soprintendenza abbia cercato di minimizzare l’accaduto: “Non si è trattato di chiusure ma di aperture ritardate” – precisano – “I siti come previsto alle 11.30 hanno aperto, compreso l’Anfiteatro Flavio”.
In realtà la chiusura dei siti archeologici in questione era stata anticipata ieri, giovedì 17 settembre in una nota Rsu che spiegava i motivi dell’assemblea sindacale: “Il mancato pagamento delle indennità di turnazione e delle prestazioni per le aperture straordinarie dei luoghi della cultura (primo maggio, aperture serali, etc.), dopo quasi un anno solare di inutile attesa.
Sulla vicenda è intervenuto anche il presidente del Consiglio, Matteo Renzi. “Non lasceremo la cultura ostaggio di quei sindacalisti contro l’Italia. Oggi decreto legge #Colosseo#lavoltabuona” ha cinguettato su Twitter.
Prima ancora era intervenuto il Garante degli scioperi Roberto Alesse ha commentato: “La chiusura ai visitatori dei principali siti archeologici della Capitale questa mattina, motivata da un’assemblea sindacale (peraltro regolarmente convocata), porta, ancora una volta, alla ribalta l’urgenza di ricomprendere la fruizione dei beni culturali tra i servizi pubblici essenziali”. Ad accogliere la richiesta del Garante il Ministro dei Beni culturali Dario Franceschini che con un tweet ha annunciato la discussione del tema, oggi pomeriggio, nel corso del Consiglio dei Ministri: “Assemblea al Colosseo e turisti fuori in fila. La misura è colma:oggi in Consiglio Ministri proposta Musei come servizi pubblici essenziali”.
Non si fa attendere la replica di Susanna Camusso chiamata in causa dal premier: “Stiamo diventando uno strano paese, ogni volta che c’è un’assemblea sindacale si dice che non si può fare, che è diventata una cosa che non è possibile. Capisco che si debba fare attenzione ai periodi di particolare presenza turistica, ma allora si dica chiaramente che i lavoratori non possono più avere strumenti di democrazia”. E sulla proposta del Ministro Franceschini di inserire i musei tra i servizi pubblici essenziale il leader della Cgil commenta: “Questo non cancellerebbe la possibilità di fare scioperi o assemblee”.