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Colonnine elettriche: Tesla firma accordo con BP per la cessione dei suoi supercharger. Mossa inedita per Elon Musk

Pixabay

Passo inedito per Tesla. La casa automobilistica di Elon Musk ha stretto un accordo con BP, il colosso petrolifero ed energetico inglese per la cessione dell’hardware delle sue colonnine di ricarica ad alta potenza (Supercharger).

L’ordine da 100 milioni di dollari permetterà alla compagnia petrolifera di espandere la sua rete di ricarica BP Pulse sul territorio degli Stati Uniti. L’accordo è inedito perchè è la prima volta che Tesla apre all’utilizzo del suo hardware a soggetti terzi.

BP: espandere la rete elettrica

BP ha pianificato di installare centomila stazioni Supercharger negli Stati Uniti entro il 2030 con un investimento totale di un miliardo di dollari, di cui 500 milioni saranno investiti nei prossimi tre anni. La compagnia integrerà le colonnine ad alta potenza di Tesla nella sua rete Pulse, che si occupa delle infrastrutture di ricarica per veicoli elettrici. Attualmente, la rete BP Pulse negli Stati Uniti ha circa 30.000 stalli per auto elettriche.

L’installazione dei supercharger inizierà il prossimo anno in città come Los Angeles, Chicago, Washington D.C., Houston e Phoenix.

La potenza dei supercharger di Tesla

BP ha acquistato gli stalli di ricarica V4 di Tesla. Le colonnine (marchiate BP Pulse) avranno una potenza di 250 kW e saranno dotate del connettore Magic Dock, che offre la presa CCS e la presa NACS (North American Charging Standard) adottata da Tesla, in grado di “reggere” fino a 900 kW, consentendo sia la ricarica rapida in corrente continua sia quella in corrente alternata.

Le nuove colonnine di ricarica saranno dotate di lettore NFC per le carte di credito e utilizzeranno il software Omega di BP, compatibile con Plug & Charge. Questo permetterà un accesso alla ricarica con pagamento automatico, eliminando la necessità di carte o app.

Per Tesla l’inizio di un nuovo business?

L’accordo per la cessione dell’hardware delle colonnine di ricarica a BP è una mossa inedita per la casa automobilistica di Elon Musk, da sempre attenta a mantenere il riserbo sulla sua tecnologia. E forse segna proprio l’inizio di un nuovo business della Casa che allarga così le sue attività oltre alle auto, le batterie di accumulo e i pannelli solari. Questa apertura potrebbe essere vista come un tentativo da parte di Tesla di riprendersi dopo un calo dei profitti nel terzo trimestre, causato in parte dall’avvio della produzione del pick-up Cybertruck e dalle sfide legate all’aumento del flusso di cassa, come confermato da Elon Musk.

È probabile che Tesla continuerà a vendere i suoi Supercharger ad altre compagnie petrolifere e fornitori di energia in diverse parti del mondo come anche spiegato su X da Rebecca Tinucci, responsabile dell’infrastruttura di ricarica della Tesla.

“Il nostro obiettivo in Tesla è fornire la miglior esperienza possibile di ricarica a tutti i possessori di auto elettriche. Vendere la tecnologia dei nostri Supercharger è una novità per noi, una strategia che puntiamo a espandere”.

Possibile quindi in futuro nuovi accordi del genere e operazioni simili anche in Europa.

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