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Colombia shock: no all’intesa con le Farc

A sorpresa, la Colombia dice no all’accordo di pace con le Farc, bocciato via referendum dal 51,3% degli elettori. La differenza rispetto al 49,7% del Sì è di appena 65 mila voti, su una platea potenziale di 35 milioni di elettori. Ha pesato moltissimo l’astensione, arrivata al 60%.

Il risultato della consultazione è vincolante per il governo e indebolisce il presidente Juan Manuel Santos, da tre anni impegnato in un negoziato per la pace accolto con favore da tutto il mondo, Usa e Vaticano in testa. A questo punto, però, tutte le procedure avviate per applicare il piano di pace sono sospese.

Era stato lo stesso Santos a chiedere il referendum, convinto che gli elettori dovessero esprimersi su un accordo storico che poneva fine a un conflitto durato 52 anni (e costato oltre 200mila morti e 180mila sequestri). Era convinto di vincere e i sondaggi lo davano in testa. Secondo le prime analisi del voto, i Sì si sono imposti nelle aree più colpite in questi anni dal conflitto, mentre i No hanno vinto nelle città.

Il quesito referendario recitava così: “Sostieni l’accordo finale per terminare il conflitto e per la costruzione di una pace stabile e permanente?”.

L’accordo di pace constava di 297 pagine, scritte in tre anni di negoziati a L’Avana. I punti principali erano: riforma agraria, distribuzione delle terre sottratte con la violenza a milioni di contadini e possidenti, reintegrazione dei 7 mila combattenti e loro protezione da vendette e ritorsioni, formazione di un partito politico che rappresentasse le ex Farc (le quali si sarebbero sciolte) cui sarebbe stata concessa la garanzia di avere cinque senatori e cinque deputati nel Congresso fino alle prossime elezioni del 2018. Infine, era prevista la reazione di una decina di Tribunali, con la presenza di giudici internazionali, per fare giustizia delle violenze della guerra.

Ma Santos potrebbe avere un asso nella manica: potrebbe, in nome del mantenimento dell’ordine pubblico, procedere ad un nuovo accordo con le Farc, oppure ad una modifica marginale ma pur sempre significativa di questa intesa, evitando però di sottoporre poi il nuovo compromesso con gli ex guerriglieri al suffragio popolare. “Il cessate il fuoco è bilaterale e definitivo, cercherò la pace fino all’ultimo giorno del mio mandato”, ha detto Santos.

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