Condividi

Colline e Oltre, Intesa Sanpaolo rilancia l’Oltrepò pavese

La nuova società “Colline e Oltre”, creata da Intesa Sanpaolo con la Fondazione Banca del Monte di Lombardia, sfrutterà le eccellenze del territorio per rilanciare al meglio la zona. con l’occhio soprattutto al turismo e all’enogastronomia

Colline e Oltre, Intesa Sanpaolo rilancia l’Oltrepò pavese

Intesa Sanpaolo e Fondazione Banca del Monte di Lombardia hanno presentato “Colline e Oltre spa”, una società per riqualificare e valorizzare la zona dell’Oltrepò Pavese. La nuova azienda nasce con lo scopo di creare un rapporto diretto con il territorio e per questo motivo la sede centrale verrà instituita a Pavia.

Gli obiettivi principali dell’azienda sono quelli di stabilire una collaborazione con i lavoratori del settore del turismo e dell’enogastronomia, attrarre nuovi investitori nazionale e internazionali, l’erogazione di servizi per il territorio e infine la creazione di un brand unitario per promuovere il mondo turistico ed enogastronomico pavese.

Per raggiungere questi obiettivi la società punterà soprattutto sulle eccellenze italiane, come i prodotti tipici della zona, le strutture ricettive sparse nel territorio, una promozione centralizzata da parte dell’azienda e una forte collaborazione tra gli stakeholder locali.

Il consiglio d’amministrazione della società sarà presieduto da Massimo Grasselli e composto da Renzo Simonato, Aldo Poli e da Matteo Casagrande Paladini. È previsto anche un Comitato Industriale consultivo che sarà formato da esperti del settore vitivinicolo e turistico locale affinché possano rappresentare l’Oltrepò pavese.

Oltre alla posizione geografica centrale c’è un’altra motivazione per la quale è stata scelta Pavia: la presenza della sede di Direzione Agribusiness, il centro d’eccellenza d’Intesa Sanpaolo che si dedica all’agricoltura, per sfruttare al meglio le potenzialità di un territorio che è tra i più produttivi d’Italia e per avviare un processo di transizione digitale e green. Pavia è infatti la quinta provincia lombarda per fatturato, con 339 milioni di euro nel 2018, e la sesta per occupazione, con 5.700 dipendenti.

Il territorio è destinato per la maggior parte alla coltivazione, con 78.200 ettari destinati al riso (circa il 35%) e 13mila riservati alla produzione di oltre 1 milione di quintali di uve che saranno poi utilizzate alla creazione dei vini IGP e DOP. L’evoluzione del mercato vinicolo della zona è rimasto in media con quello italiano negli ultimi 10 anni ma l’azienda, sfruttando le superfici vitate ancora non utilizzate, punta a espandersi nel mercato estero.

La società proverà, attraverso il settore dell’agroalimentare, a consolidare il percorso d’espansione già avviato nel territorio e punterà, nel settore turistico, a valorizzare l’offerta di prossimità, così da minimizzare i rischi in caso di nuove chiusure. L’azienda ha comunicato che intende utilizzare i fondi messi a disposizione dal PNRR per far fare il definitivo salto di qualità al tessuto manifatturiero dell’Oltrepò, con attenzione speciale alle PMI, anche attraverso il rafforzamento e il completamento della transizione digitale e green che la pandemia ha avviato nel 2020.

Commenta