“Il nostro è un modello inglese, che spesso viene confuso ma va invece distinto da quello americano”. Così il ceo di Vodafone Group Vittorio Colao, ospite d’onore all’università Bocconi di Milano per l’inaugurazione del nuovo anno accademico, ha spiegato alla platea di professori e docenti quale è uno – se non il principale – punto di forza del gruppo britannico delle telecomunicazioni.
“Il modello Vodafone – ha spiegato il numero uno globale dell’azienda – è a capitale diffuso, dove non esistono gruppi di controllo o azionisti di rilievo, la governance è inglese, le azioni si contano e non si pesano. Tutti gli azionisti sono uguali e nessuno, questo è importante, siede in cda”. Colao ha poi precisato che si tratta di un “modello che tutela meglio tutti gli azionisti a prescindere dell’investimento e dagli orizzonti temporali”.
Per il 52enne manager italiano, peraltro laureato proprio in Bocconi, la “questione chiave è chi decide sulle scelte di lungo periodo”: solitamente è il cda a decidere, “ma da noi in cda non siedono gli azionisti ma consiglieri indipendenti, che devono rappresentare l’interesse degli azionisti nel loro insieme e il management”. In Vodafone “le strategie e gli orizzonti temporali non vengono definiti con gli azionisti in cda, ma dai senior executive con il cda in incontri dedicati, con un’ informazione trasparente sui mercati. E’ la grande sfida del capitalismo pubblico”, ha concluso Colao.