Le variazioni sembrano modeste, ma in realtà alcuni indici aggiornano i loro record nella seduta odierna. La parte del leone spetta a Wall Street, che è partita in quarta su nuovi massimi con i risultati trimestrali delle grandi banche e i dati macroeconomici migliori delle attese a conferma di una robusta ripresa che si profila. A influire positivamente sui corsi dei mercati sono quindi le trimestrali di Citigroup, BlackRock e Bank of America e il forte balzo del dato sulle vendite retail. In Europa lo Stoxx 600 aggiorna la sua terza seduta di guadagni e chiudono in progresso Londra +0,67%, Francoforte +0,36%, Parigi +0,4%, Amsterdam +0,18%, spinte dai titoli minerari e dalle azioni legate ai viaggi e al tempo libero.
Restano al palo invece Madrid -0,13% e Milano -0,19%. Il mercato meneghino pare ingessato in attesa che la campagna vaccinale decolli, mentre il governo Draghi si appresta a chiedere al parlamento 40 miliardi del nuovo scostamento di bilancio con il Def, più altri 30 miliardi (spalmati su cinque anni) da tenere come riserva per le misure che non troveranno spazio nel Recovery Plan. In totale il conto ammonta a 496,8 miliardi: quasi due volte e mezzo i soldi del Recovery Fund. Bankitalia registra inoltre un nuovo record del debito pubblico, salito a 2643 miliardi a febbraio, in rialzo di 36,9 miliardi, per effetto soprattutto dell’aumento delle disponibilità liquide del Tesoro, cresciute di 27,8 miliardi, a quota 102,9.
Non soffre però il secondario: lo spread arretra a 101 (-2,53%) punti base e il tasso del Btp decennale scivola a +0,71%. In Piazza Affari la parte più alta del listino è occupata da Amplifon +2,84%, Inwit +2,15%, Diasorin +1,24%, Campari +0,98%.
In verde Ferrari, +0,95%, nel giorno dell’assemblea che ha approvato il bilancio 2020 (utile netto consolidato di 609 milioni e dividendo di 0,867 euro per azione. I soci hanno rieletto inoltre gli amministratori e in particolare John Elkann resta amministratore delegato, anche se il numero uno di casa Agnelli ha detto che la società sta facendo passi avanti nell’individuazione di un nuovo ad. La casa di Maranello ha annunciato che metterà sul mercato il primo modello tutto elettrico nel 2025.
Pure Stellantis (-0,05%) preme l’acceleratore dell’elettrificazione, che riguarderà quasi tutti i veicoli nel 2025. In occasione dell’assemblea degli azionisti il ceo Carlos Tavares ha confermato inoltre l’obiettivo di triplicare quest’anno le vendite di auto elettrificate come indicato dal presidente Elkann, nella lettera agli azionisti di Exor (-0,11%). I riflettori sono rimasti accesi in seduta sulle banche, in particolare sull’assemblea di Unicredit (-1,14%), che ha approvato il nuovo board con ceo Andrea Orcel e presidente Pier Carlo Padoan. Via libera con il 54,1% del capitale anche alle politiche di remunerazione, dopo le polemiche delle settimane scorse.
Creval cede lo 0,73% (12,25 euro per azione), dopo che Credit Agricole ha alzato il prezzo dell’opa per arrivare al controllo della banca lombarda mettendo sul piatto 12,20 euro, più 30 centesimi per azione nel caso di una adesione all’offerta superiore al 90%. Bene Bper +0,58%. Sono negativi i titoli petroliferi, in una seduta piatta per l’oro nero. In particolare Tenaris perde il 3,65%, dopo i guadagni della vigilia; Eni -1,18%. Cedono oltre un punto percentuale Nexi -1,45%; Cnh -1,66%; Finecobank -1,35%.
Sul mercato valutario l’euro perde leggermente terreno sul dollaro. La valuta a stelle e strisce è sostenuta da un quadro macro pennellato di rosa: le vendite al dettaglio a marzo sono salite del 9,8% (+6,1% atteso); le richieste dei sussidi di disoccupazione nell’ultima settimana sono diminuite di 193mila unità a 576.000, contro attese per 710.000 (è il dato migliore da inizio pandemia); l’indice manifatturiero Empire State ad aprile, è cresciuto a 26,3 punti, oltre le stime; l’indice manifatturiero della Fed di Philadelphia a 50,2 punti. Vanno bene anche i T-Bond, con prezzi in crescita e rendimenti in calo. Il tasso del decennale scende quasi del 5%, a 1,55%. Il Bitcoin galleggia a piani altissimi, 62,578 dollari, dopo l’impennata di ieri in scia al debutto di Coinbase (+2,03%) a Wall Street.
Sul mercato valutario il rublo russo arretra contro il biglietto verde, dopo le nuove sanzioni stabilite da Washington contro Mosca che colpiscono anche il debito sovrano russo. Fra le materie prime sono in grande spolvero i future dei metalli: l’oro guadagna quasi il 2% e scambia intorno a 1770 dollari l’oncia. Spingono sull’acceleratore anche il rame, l’argento, il palladio. Il petrolio recupera terreno dopo le perdite della mattinata. Il Brent è in lievissimo calo e tratta intorno a 66,50 dollari al barile.