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CO2: carbone addio, gli Usa scelgono il gas nonostante Trump

Photo by veeterzy on Unsplash

Donald Trump ne aveva fatto uno dei suoi cavalli di battaglia, ma di fronte all’andamento economico delle utility ha dovuto rifare i conti con la realtà. Queste infatti hanno compreso che la produttività dei loro impianti è maggiore ricorrendo al gas naturale a basso costo e all’energia solare ed eolica che emettono meno inquinamento e pertanto hanno iniziato a dismettere gli impianti a carbone più obsoleti.

Le emissioni di gas serra dei più grandi impianti industriali statunitensi sono infatti diminuite del 2,7% nel 2017, secondo gli ultimi dati diffusi dall’agenzia americana per la protezione dell’ambiente (EPA). La flessione registrata nel 2017 è stata ben più elevata rispetto all’anno precedente quando le emissioni erano diminuite del 2 per cento.

Il gas naturale rilascia molta meno anidride carbonica quando viene bruciato rispetto al carbone e l’abbondanza domestica di gas ha spinto un’ondata di chiusure di centrali a carbone. Nel 2017 i servizi pubblici hanno chiuso o convertito dal carbone a gas quasi 9.000 megawatt (MW) delle centrali a carbone.

Andrew Wheeler, l’amministratore delegato dell’EPA, le cui poltrone sono state riassegnate dallo stesso presidente Trump, ha detto che i dati dimostrano che non sono necessari regolamenti federali per ridurre le emissioni di anidride carbonica, così come invece aveva sostenuto Barack Obama: “Grazie al programma di riforme normative del presidente Trump, l’economia è in forte espansione, la produzione di energia sta aumentando e stiamo riducendo le emissioni di gas serra da importanti fonti industriali”.

Gli elettori degli Stati che producono e bruciano carbone rappresentano gran parte della base elettorale di Donald Trump, ma il presidente non è stato in grado di rimettere in salute il settore, nonostante le richieste all’amministrazione ad agire.

Inoltre, Trump rimane scettico sull’argomento, continua a sostenere che il clima sta sì cambiando, ma non è possibile quantificare quanto di questa situazione è responsabile l’uomo. Lo scorso anno ha ribadito la sua intenzione di far uscire gli Stati Uniti dall’accordo di Parigi sul clima del 2015.

Gli osservatori prevedono che la tendenza all’uscita dal carbone segnerà anche l’anno in corso: il 2018 dovrebbe concludersi infatti con l’ulteriore chiusura di impianti per una potenza complessiva di 14.000 MW.

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