I conti migliori della attese nonostante la pandemia, la possibile vendita di Iveco e il ritorno al dividendo sono tre belle notizie per gli investitori di Cnh Industrial, la società della galassia Agnelli che dopo la pubblicazione dei conti si segnala tra i migliori titoli in Borsa. In una seduta già di per sé trionfale per il Ftse Mib, sospinto dall’incarico di Mario Draghi, Cnh guadagna a metà pomeriggio quasi il 3%, in zona 11,6 euro per azione. Il gruppo ha chiuso il quarto trimestre con un utile netto salito del 56% a 187 milioni di euro, oltre le attese, con ricavi saliti del 10% a 8,5 miliardi, anche in questo caso sopra le stime. I ricavi solo delle attività industriali sono in aumento del 12% a 8,035 miliardi, e un Ebitd adjusted pari a 520 milioni di dollari (+73%) e con tutti i segmenti in crescita anno su anno.
Il grande recupero dell’ultimo trimestre non ha impedito un calo dei ricavi del 7% a 26,032 miliardi di dollari, con perdite nette per 438 milioni, ma a livello adjusted l’utile netto si è comunque attestato a 437 milioni. Da segnalare anche che il free cash flow delle attività industriali è stato positivo e pari a 2,4 miliardi di dollari e la liquidità disponibile ha toccato il livello record di 15,9 miliardi di dollari al 31 dicembre, mentre la liquidità netta delle attività industriali si è attestata a 0,8 miliardi. Bene anche la guidance per quest’anno: nel 2021 Cnh Industrial stima ricavi in vendita in progresso dell’8-12% con un free cash flow positivo di 0,4-0,8 miliardi.
Sul fronte del dividendo, la società ha deciso di tornare al dividendo nonostante la pandemia: per i soci è prevista una cedola annua di 0,11 euro per azione ordinaria, per un totale di circa 150 milioni di euro (circa 180 milioni di dollari). Subordinatamente all’approvazione degli azionisti alla prossima assemblea annuale (prevista per il 15 aprile 2021), la data di stacco cedola sarebbe fissata al 19 aprile 2021. A consentire il dividendo è anche l’operazione Iveco, che entro l’anno sarà ceduta ai cinesi di Faw, per una cifra che Equita ipotizza intorno ai 3,5 miliardi di euro, cioè un quarto della capitalizzazione di mercato.