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Cnel e Istat danno alla luce Bes 2013: 12 indici per misurare il benessere dell’Italia oltre il Pil

Negli ultimi anni la presunta (da molti) inadeguatezza del Pil come unico indice di misurazione del benessere di un paese ha acceso animatamente il dibattito internazionale. Ora l’Italia dimostra di essere in prima linea. Il merito è del progetto, nato dalla collaborazione del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro con l’Istat, che ha dato alla luce il primo rapporto sulla misurazione del benessere equo e sostenibile.

Si chiama Bes 2013. Il punto di partenza è stato mettere in evidenza i limiti della misurazione del prodotto interno lordo. Un esempio facile, il fatto che il Pil non considera attività svolte al di fuori del mercato (si pensi al volontariato o al lavoro domestico) che invece dovrebbero essere incluse in un indice che misuri il reale benessere di un paese. La commissione tecnica che ha dato alla luce “Bes 2013” si è concentrata nella nascita di alcuni “domini”, ossia ambiti specifici che determinano il benessere della società: ambiente, salute, istruzione, benessere economico, lavoro, relazioni sociali, sicurezza, benessere soggettivo, paesaggio e patrimonio culturale, ricerca e innovazione, qualità dei servizi e politica e istituzioni.

L’obiettivo di questo progetto di ricerca è sviluppare un modello di misurazione del benessere che integri l’indicatore dell’attività economica, il Pil, con altri indicatori (come quelli relativi alle disuguaglianze e alla sostenibilità economica sociale e amnbientale). Fondamentale è la consultazione pubblica: è stato creato un sito (www.misuredelbenessere.it) attraverso il quale tutti i cittadini possono fornire il proprio contributo sulla natura e la dimensione delle componenti del benessere.


Allegati: Cnel-Istat, La misurazione del benessere equo e sostenibile

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