Curare, prevenire, monitorare i mercati. Le polemiche sul caro-bollette non si fermeranno presto, ma le soluzioni vanno cercate a monte. A sostenerlo è Alberto Clò economista, tra i maggiori esperti di energia europei, già Ministro dell’Industria e del Commercio con l’Estero nel governo presieduto da Lamberto Dini nel 1995-1996.
Clò ha fondato e dirige la Rivista Energia e pochi giorni fa ha pubblicato una lunga analisi sulla crisi attuale dell’energia e sugli effetti sui consumatori. La sintesi della sua analisi sta proprio nelle tre parole iniziali. Lo abbiamo intervistato.
Professor Clò sul caro-bollette la politica litiga e gli italiani sono frastornati. Che idea si è fatto ?
Le rispondo con una domanda: per i cittadini consumatori è meglio vedere inseguito il problema con provvedimenti tampone o preoccuparsi e intervenire sulle cause? I prezzi sono saliti gradualmente – in una crisi energetica mai così grave – e qualche decisione andava presa per tempo. E’ stato molto grave arrivare alla situazione attuale.
Cioè ?
Nell’articolo da lei citato ho scritto che già dalla metà dell’anno scorso i prezzi del gas avevano preso a salire dai 2 dollari/Mil.Btu (unità calorica di riferimento) a punte che avrebbero raggiunto a ottobre i 40 dollari per poi declinare sugli attuali 30-35 dollari/Mil.Btu. Già allora bisognava prepararsi a gestire situazioni critiche come quelle che stiamo vivendo.
Ma chi ha sottovalutato il problema?
Gli organismi a ciò deputati, che avrebbero dovuto monitorare l’andamento dei mercati, dei prezzi, delle scorte. Quel che non è stato fatto. Lo ribadisco qui: possibile che nessuno si sia accorto di nulla ?
In verità l’Europa appare abbastanza vaga sulle forniture di gas, a parte le più recenti aperture sul suo inserimento nella prossima tassonomia.
E io trovo assurdo trascurare il ruolo di una fonte energetica così determinante. Le forniture di gas saranno strategiche ancora per molti anni. Pensare di farne a meno nella transizione verde solo perché ci preoccupiamo unicamente delle rinnovabili è inconcepibile. Si guardi all’oggi, dove soffriamo della sua scarsità, trovandoci a sperare nella benevolenza di Mosca o nella mitezza del clima nell’inverno.
Intanto ci sono gli impatti sulle famiglie italiane.
Un impatto mai visto con aumenti delle bollette a due cifre percentuali. Dall’inizio dell’anno nuovo vi sarà un’ulteriore botta con un aumento del gas stimabile nel 40%. L’impatto sociale diverrà sempre più insostenibile mentre il governo, che è già intervenuto con 4,7 miliardi di euro per lenirlo, dovrà impiegare altre e ancor più consistenti risorse.
Nell’analisi su Rivista Energia, Lei scrive che la crescita dei prezzi del metano ha contagiato quelli dell’elettricità. Puo’ spiegare meglio questo meccanismo ?
In base al meccanismo di funzionamento del mercato elettrico i prezzi dell’elettricità dipendono da quelli del gas, fonte che è in grado di garantire l’equilibrio del sistema elettrico.
In conclusione, La convince la transizione ecologica del governo Draghi ?
Il governo utilizza i margini di manovra, invero non elevati, di cui può disporre, date le vincolanti prescrizioni che provengono dall’Europa nel processo di decarbonizzazione. Gli interventi tesi a ridurre l’impatto sociale del caro-bollette testimoniano della sensibilità del governo. Ritengo, però, che queste misure ex-post siano vieppiù insostenibili, mentre bisognerebbe agire ex-ante su alcune delle cause che sono all’origine della crisi energetica che stiamo attraversando e che temo non sarà di breve durata. A iniziare dalla modifica dei criteri che il regolatore utilizza per fissare le bollette del metano e quindi dell’elettricità per le famiglie.