È stato uno scontro di basso livello, pieno di insulti e di attacchi personali. Il secondo faccia a faccia fra Donald Trump e Hillary Clinton sarà ricordato come uno dei dibattiti per le presidenziali più saturi di disprezzo. “Se vinco nominerò un procuratore speciale per incriminarti e mandarti in carcere”, ha affondato il candidato repubblicano in riferimento alle migliaia di email cancellate da Hillary era segretario di Stato.
Clinton allora ha avuto buon gioco a tornare sul video scandaloso pubblicato recentemente da Washington Post, in cui Trump diceva di poter fare quello che vuole con le donne: “Devi prenderle per i genitali”. Quelle parole, secondo Hillary, “rappresentano esattamente chi è lui. Perché non si tratta solo delle donne: ha insultato tutti in questa campagna, neri, islamici, ispanici. Non è degno di fare il presidente”.
Trump allora si è difeso sostenendo che le sue erano solamente “chiacchiere da bar”, mentre Hillary “è colpevole di aver infangato le donne molestate dal marito, diventando complice degli abusi”.
A quel punto la candidata democratica ha ricordato che ormai da anni il magnate newyorkese non paga le tasse, e lui ha ammesso: “Sì, ho usato le detrazioni per abbassarle, come fanno tutti i ricchi finanziatori che pagano la tua campagna. È per questo che non hai mai fatto nulla per riformare il fisco, per fare un favore ai tuoi amici”. Alla fine Trump ha definito Clinton come “il diavolo”, ed ha aggiunto con sprezzo: “Il suo cuore è pieno d’odio”.
Alla fine, secondo il sondaggio a caldo della Cnn, il 57% degli spettatori ha assegnato la vittoria a Hillary, e il 34% a Trump. Il distacco è netto, eppure Trump ha limitato i danni rispetto alle attese ed è andato addirittura meglio rispetto al primo dibattito. Resta da vedere se questo basterà a rimontare sulla Clinton, o anche solo a evitare lo sgretolamento del Partito Repubblicano.