Le prime parole del nuovo ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, evidenziano un obiettivo ben preciso. “Le politiche ambientali dovranno integrarsi maggiormente con quelle energetiche, del trasporto e delle infrastrutture per raggiungere l’obiettivo della riduzione delle emissioni dei gas serra”. Secondo Clini i margini sono molto stretti e sarà difficile “rispettare i tempi degli obiettivi richiesti dalla Ue. Ma il vero tema – ha sottolineato – è integrare le politiche ambientali con tutte le politiche degli altri dicasteri e mi auguro che il nuovo governo riesca a farlo. Probabilmente lo farà meglio di quanto non sia accaduto prima perchè nel governo Monti non ci sono conflitti di competenza politica che forse limitavano la capacità del precedente”.
Le principali associazioni ambientaliste sembrano aver accolto con ottimismo queste dichiarazioni. “Ci aspettiamo che il suo impegno nel governo Monti possa segnare una svolta positiva e un cambio di direzione nelle politiche italiane sull’ambiente a partire da quelle sui cambiamenti climatici che, sino a oggi, sono state portate avanti secondo una linea di sostanziale freno rispetto agli obiettivi europei di riduzione delle emissioni e di sviluppo delle rinnovabili”, hanno commentato, in un comunicato congiunto, Greenpeace, Legambiente e Wwf.
In relazione a un possibile ritorno al nucleare, Clini ha spiegato che si tratta “di un’opzione sulla quale bisognerebbe riflettere molto, anche se quello che è avvenuto in Giappone ha scoraggiato. Però di base la tecnologia nucleare rimane ancora, a livello globale, una delle tecnologie chiave. Quindi sì, ma a certe condizioni”.