Hanno venduto un +30% di condizionatori portatili e un + 6,7% di quelli fissi (fonte GFK) ma le vendite sono in perdita, con quasi la metà degli incassi previsti. Prezzi in calo drammatico, senza che nemmeno i clienti lo chiedessero.Tra promozioni selvagge, acquisti incauti di pessimi apparecchi cinesi (costano niente, non fanno freddo, si rompono subito, niente assistenza) importati da traffichini e trafficoni con azioni spot, i rivenditori di elettrodomestici stanno rapidamente perdendo incassi, margini e fatturato. E immagine. Nonostante un’estate d’oro come questa, come testimoniano i dati che GFK , e nonostante la richiesta del mercato. E quando arriveranno i dati di agosto (a breve) le occasioni perse saranno ancora più evidenti. Esaurite le scorte, molti hanno continuato a fare promozioni, una tattica che riguarda tutti i settori anche i frigoriferi che nonostante una domanda molto forte e l’aumento delle vendite in unità i “bottegai” li hanno venduti a prezzi sempre più bassi, in perdita. Ecco i dati che confermano questa tattica autolesionistica.
Richiesta altissima, ma i prezzi scendono
GFK ha rilasciato i dati delle vendite dei climatizzatori nel periodo gennaio-luglio 2017 sullo stesso periodo del 2016 e, come era prevedibile, i numeri sono molto diversi dall’anno scorso quando si erano verificati crolli in quantità del 21,8% per i portatili e per il totale di circa il 6% . Lo stesso periodo 2017 ha registrato un’impennata, dovuta al caldo africano di giugno e luglio, del 30,2% per gli acquisti dei portatili (la maggioranza delle vendite, essendo i fissi venduti dal canale installatori) ma dimezzata in valore (+15,8%). L’aumento delle vendite dei climatizzatori fissi si è collocato al 6,7% in unità mentre in valore ha registrato un -2,3%. Secondo GFK, il trend del prezzo medio, pur di fronte a una domanda molto dinamica, ha visto un calo totale di quasi il 10%, così ripartito: -8,4% per i fissi e -11,1% per i portatili. Che botta! E con un taglio di 50 euro per ogni scontrino sceso da 450 a poco più di 400 euro.
Mille negozi chiusi in dieci anni
“Emerge chiaramente un’erosione dei prezzi medi per entrambe le categorie, sia per i fissi sia per i portatili –dichiara a Firstonline un portavoce di GFK, dovuta a molteplici fattori quali: attività promozionali, aumento dell’importanza del canale on-line, ingresso di nuovi player con apparecchi di basso di gamma e, più in generale, una generica riduzione del prezzo medio da parte di quasi tutti i competitor del mercato”. Dietro questo autorevole commento, in realtà c’è il quadro dell’ennesima débacle, dell’ennesima perdita di incassi e di valore per il retail. Che ha perso, solo per quanto riguarda i punti vendita organizzati in gruppi e catene (poco più del 50% del totale)quasi mille negozi passando dai circa 2800 del 2008 ai poco più dei 2000 degli attuali. Un retail che ha ancora una volta imitato la celebre scena del Tafazzi recitato da Aldo, Giacomo e Giovanni, il classico italiano che da solo si fa del male. Molto male.