La lotta del settore energetico contro il cambiamento climatico nel 2024 passa per il Sud-Est asiatico. Per i paesi industrializzati è più che uno slogan. I ministri del’energia di 50 paesi si sono incontrati a Parigi questa settimana per i 50 anni dell’Agenzia Internazionale per l’energia (Aie). La decisione più importante assunta è stata quella di aprire le porte dell’Agenzia all’India. Il paese, tra i maggiori responsabili di emissione di CO2 al mondo, era in lista di attesa da ottobre 2023. Vuole condividere le azioni di contenimento del riscaldamento terrestre ma non è chiaro con quale programma.
I ministri hanno riconosciuto l’importanza strategica dell’India nell’affrontare le sfide sull’energia e sul clima. Nel documento finale, però, non si fa riferimento a nulla di concreto se non alle dichiarazioni del Premier Narendra Modi. L’ India nel 2023 è stato il paese con la crescita più rapida al mondo. “Una crescita sostenuta ha bisogno di sicurezza energetica e sostenibilità” ha detto Modi ma non ha spiegato come intende raccordare le due esigenze. Mentre i paesi industrializzati rivedono continuamente i loro programmi di transizione l’India dovrà mettere in campo una strategia tanto efficace quanto rapida per abbattere la sua CO2.
Nel mondo, temperature record
L’equilibrio tra innovazione e sostenibilità è sottile e riguarda anche le economie che crescono meno di quelle asiatiche. L’Aie quest’anno giocoforza deve tenere sotto controllo sia l’incertezza geopolitica che le “temperature globali che continuano a superare i record” si legge nel documento finale del summit. Non è la prima volta che si misura con sfide così delicate ma il suo ruolo è cambiato come ha ricordato il presidente francese Emmanuel Macron.
Le analisi dell’Agenzia sono particolareggiate, tuttavia le fonti rinnovabili continueranno a soffrire del sorpasso di gas e petrolio. L’Arabia Saudita ha appena confermato la produzione di 12 milioni di barili di petrolio al giorno per far fronte alla domanda globale. Gli Usa hanno sospeso (per ora) nuove autorizzazioni alle esportazioni di GNL ma restano il primo esportare al mondo. Due facce della stessa moneta inquinante.
Lo scenario del 2024
Il 2024 sarà un anno cruciale almeno per altre due circostanze particolari: 2 miliardi di persone andranno al voto in 76 paesi e i governi dovranno fare i conti con un aumento dei consumi di energia stimato in oltre il 3%. È improbabile che la richiesta sarà tutta soddisfatta da fonti rinnovabili.
L’Aie a Parigi ha avuto il mandato di “guidare il futuro, continuare a monitorare e segnalare i risultati rispetto agli impegni chiave”. Ma la ciliegina sulla torta del compleanno sta in quel “costruire un’economia energetica più inclusiva, nell’aumento degli investimenti nell’energia pulita dove gli elevati costi di finanziamento e le difficoltà di accesso ai capitali stanno frenando le transizioni energetiche”. La speranza di vedere qualcosa di concreto è racchiusa in queste tre righe.
L’India partecipa e fa da capofila, però continua a spingere sul carbone…