Una coincidenza? Chissà. Quando a Dubai si chiudeva la Cop28, l’Asvis ci informava che gli obiettivi di sviluppo sostenibile di Agenda 2030 dell’Onu, per l’Italia sono un vero disastro.
Tra il 2010 e il 2022 buona parte delle Regioni italiane non hanno fatto passi avanti verso i famosi 17 obiettivi dell’Agenda che cambierà il mondo.
L’Associazione per lo sviluppo sostenibile ha condensato le cifre della débacle in un Rapporto per Regioni. Un quadro che nonostante tutto stimola a fare le cose.
Povertà, qualità degli ecosistemi, risorse idriche, istituzioni, gestione rifiuti, sono la sintesi di uno status quo allarmante. Tranne qualche dato positivo in Valle d’Aosta e in Toscana, il resto è nero assoluto.
Davvero non si capisce cosa avessero da applaudire i rappresentanti italiani a Dubai davanti a un documento che in Italia è retorica pura.
Su Molise e Basilicata meglio sorvolare per cento ragioni, non ultime le disuguaglianze economiche che il governo dice di aver ridotto.
Il punto di caduta: cosa facciamo per la rigenerazione urbana, le politiche abitative, la decarbonizzazione dei trasporti, la qualità dell’aria, le infrastrutture verdi? Una cabina di regia? Un commissario straordinario? Un nuovo Sottosegretario? Nel Rapporto ci sono buone proposte.
Un piano straordinario di lavoro
“Il governo deve predisporre urgentemente un Piano nazionale di accelerazione in grado di migliorare decisamente i risultati” ha detto il presidente dell’Asvis Pierluigi Stefanini. Risposta praticabile, un controcanto nazionale ai fremiti ambientalisti contagiosi del Qatar, Anzi, perché non lo facciamo entro marzo il Piano, in modo da influenzare la preparazione del prossimo Documento di Economia e Finanza? Il Ministro Giancarlo Giorgetti è avvisato.
Nella sala del Cnel alla presentazione dell’Asvis c’erano esponenti delle Regioni e il Ministro Raffaele Fitto, stratega del PNRR. Avrà chiamato la premier? Molte Regioni sono amministrate dal centrodestra e non fanno bella figura. Fitto richiamerà all’ordine le Regioni? Che fatica difendere l’onore di destra.
Nel Rapporto sono state censite oltre 620mila frane (66% di quelle rilevate in tutta Europa) mentre gli stabilimenti industriali, dove nasce il nostro PIL, a rischio di incidente rilevante sono 970. L’Asvis fa allarmismo o dobbiamo essere preoccupati? Industrie non protette dallo Stato dai rischi esterni non sono frequenti.
In giro per il mondo il Rapporto Asvis meglio nasconderlo, bisogna temere solo se lo scopre Antonio Guterres il capo dell’Onu.
No, dice Enrico Giovannini, direttore dell’Asvis stiamo al sodo: “La politica di coesione va reimpostata con l’obiettivo di ridurre drasticamente i divari del Mezzogiorno e raggiungere chiari traguardi al 2030”. Sette anni per spendere 8 miliardi di euro nelle Regioni e che ora sono sulla carta. Il Mezzogiorno resta lo specchio di un’Italia diseguale? In gran parte si, e la lettura politica del Rapporto mette in ombra la forza dei presidenti di Calabria, Sicilia, Basilicata, Sardegna: il centrodestra territoriale.
Non si possono reggere certi confronti in sede internazionale se 60 milioni di cittadini vivono con una zavorra socio-economica che non viene giù. Per questo c’è poco da applaudire nelle convention internazionali e molti, molti compiti da fare a casa.