Yes, we can. Sconfiggere il cambiamento climatico in questo decennio è difficile ma non impossibile. Questo è il messaggio incoraggiante che emerge dagli ultimi dati IEA sull’emissioni carboniche globali. Dopo due anni consecutivi di crescita, nel 2019 sono rimaste stazionarie a 33 miliardi di tonnellate nonostante l’economia mondiale sia cresciuta del 2,9%.
E’ l’effetto combinato di diversi fattori, ma al di là del mix energetico più sbilanciato su fonti più pulite: non solo rinnovabili ma anche ripresa del nucleare e passaggio dal carbone al gas (tra quelle fossile la meno inquinante), i trend di fondo che emergono confermano che grazie all’avanzamento tecnologico, si è realizzato il disaccoppiamento tra crescita e impronta ecologica che la narrazione apocalittica salvaclima si ostina a negare. Primo, il tasso di crescita della domanda di energia è calmierato per effetto dell’efficientamento nei processi produttivi energivori.
Secondo, sempre di più, nei paesi avanzati l’energia generata è a minor intensità carbonica. L’anno scorso, ogni kWh ha emesso meno 6,5% di CO2 rispetto al 2018. Corrisponde a un miglioramento tre volte superiore alla media degli ultimi 10 anni, e controbilancia ampiamente l’aumento complessivo della domanda mondiale di elettricità.
I dati dell’IEA arrivano a proposito per confermare una visione di ambientalismo progressista e pragmatico in cui, a tenere insieme ambiente, industria e giustizia sociale, è la tecnologia. Non dimentichiamo che vivendo in un mondo industriale, la transizione verde di un’economia produttiva, se realizzata inseguendo il radicalismo di una decrescita disfunzionale, più che decarbonizzazione si trasforma in recessione.
L’allarmismo non è una strategia per promuovere realistiche ed efficaci politiche ambientali non dettate dall’emozione ansiolitica dell’emergenza climatica, che riconosciamo, anche se è solo una delle tessere di un sistema complesso e interconnesso di varie sfide ecologiche. Le sorti del pianeta non sono migliorate per effetto del crescendo di catastrofismo. La metà delle emissioni di CO2 eccedenti di origine antropica, è stata immessa nell’atmosfera dopo la fine degli anni ’90 quando gli scienziati avevano già lanciato l’allarme e i governi si erano impegnati ad agire.
Un punto di vista sicuramente controcorrente ma neppure troppo di nicchia. Proprio per intercettarlo nella società civile, lo scorso sabato mattina, nella sede di Utopia a Roma, si sono riunite, chiamate a raccolta da Chicco Testa, una quarantina tra imprenditori, avvocati, giornalisti, agricoltori, accademici, con competenze ed esperienze in vari campi, per riflettere su come fare rete per promuovere un’alternativa ai miti della disneyana narrazione green in circolazione.
Una sfida alla cultura dei proclami emotivi e degli schematismi fuorvianti. L’iniziativa è ancora nella sua fase embrionale, tanto che sul nome si discute ancora, ma c’è accordo sulla struttura organizzativa, agile e flessibile, senza – per ora – neppure i vincoli di un’associazione. Dal nucleo di partenza si dipana una costellazione di individui e di gruppi già costituiti i quali non la pensano tutti uniformemente sui vari temi ambientali ma condividono una visione comune basata su quattro pilastri concettuali:
- Sviluppo contro decrescita
- Speranza contro catastrofismo
- Evidenze contro slogan e schematismi
- Tecnologia e scienza contro oscurantismo passatista
A marzo sarà diffuso un manifesto di riformismo ambientale che li declina e il programma delle attività in cantiere per fare divulgazione, proselitismo, formazione, e anche per incidere sul processo decisionale pubblico. Tra le proposte avanzate dai partecipanti, la lettura analitica del testo del Green New Deal comunitario e un position paper sul meccanismo delle autorizzazioni ambientali. Sono anche pianificate iniziative specifiche in diverse città italiane; a Roma un incontro sul tema ambiente e giustizia, a Firenze sul binomio ambiente e infrastrutture, a Milano sulla relazione ambiente e investimenti, a Palermo sulla situazione ambientale al sud.
Per informazioni si può mandare una mail a: piuverde2020@gmail.com