Jeff Bezos spiazza tutti con un annuncio choc: il fondatore di Amazon, uomo più ricco del pianeta, ha deciso che lancerà un fondo da 10 miliardi per finanziare progetti e ricerche sul tema del climate change. Che la tutela dell’ambiente e i cambiamenti climatici siano i paradigmi (anche finanziari) del momento non è certo Bezos a scoprirlo, ma la novità è che il magnate statunitense investirà la cifra monstre di tasca propria. Dieci miliardi di dollari sono infatti una cifra non esigua neppure se confrontata al suo immenso patrimonio: si tratta pur sempre del 9% del totale, che Bezos ha deciso di mettere a fattore comune, iscrivendosi dunque lui nella corsa a chi è il filantropo più generoso, al fianco di personaggi come Warren Buffett, George Soros e Bill Gates.
Il maxi fondo, che sarà operativo dalla prossima estate, si chiamerà Bezos Earth Fund e disporrà, come ha spiegato l’imprenditore in un post su Instagram, di “dieci miliardi di dollari per iniziare”, non escludendo dunque che strada facendo l’investimento possa diventare persino superiore. “Questa iniziativa a livello mondiale – spiega Bezos – finanzierà scienziati, attivisti, Ong e ogni tipo di sforzo che può offrire una possibilità reale per aiutare a preservare e proteggere l’ambiente. Il fondo si rivolgerà indistintamente a grandi aziende, piccole, nazioni, organizzazioni globali e individui perché la Terra è l’unica cosa che abbiamo in comune e dobbiamo proteggerla insieme”.
La nobile iniziativa risulta essere il più consistente sforzo profuso ad oggi da Bezos nel campo delle attività filantropiche, ma questo non è bastato ad evitargli le polemiche. In passato infatti il fondatore di Amazon è stato più volte criticato sia per quanto poco avrebbe donato, se paragonato ad altri miliardari, sia per lo scarso impegno finora dimostrato in termini di sostenibilità ambientale. La stampa anglosassone, oltre a pungere Bezos sul tema delle tasse e dello sfruttamento dei lavoratori, non ha mancato di ricordare che Amazon distribuisce qualcosa come un miliardo di pacchi ogni anno soltanto negli Stati Uniti, mentre Amazon Web Services consuma un enorme ammontare di elettricità per alimentare i potentissimi server del cloud computing che stanno alla base del suo successo.
A difendere però l’uomo più ricco del pianeta ci ha pensato, e non poteva essere altrimenti, il Washington Post, giornale di cui è editore e che ha precisato alla vigilia di una tornata di scioperi in Amazon per il cambiamento climatico, Bezos aveva già firmato il “climate pledge”, un impegno per l’utilizzo, entro il 2030, del 100% di energia rinnovabile e per diventare carbon neutral nel 2040. Mentre dal 2021 dovrebbe entrare in servizio una flotta di 100 mila veicoli elettrici per le consegne dei pacchi. Nel campo delle attività di beneficenza, inoltre, secondo il WP Bezos ha già stanziato 2 miliardi per aiutare i senzatetto e finanziare asili.