La temperatura del pianeta è destinata a salire di 1,5 gradi di qui al 2040. L’allarme, che cade nel bel mezzo di un’estate di fuoco che, dopo aver divorato la California e la Sardegna, sta consumando isola dopo isola la Grecia, arriva dall’Intergovernmental Panel in Climate Change. Un’organizzazione delle Nazioni Unite a cui collaborano scienziati di 195 Paesi che hanno prodotto 14.000 ricerche sul campo da cui emerge, per dirla con Ko Barrett, vicepresidente del panel, che “il cambiamento climatico è ormai diffuso ovunque ed avanza ad una velocità impressionante”. Non solo: “E’ ormai incontestabile che il fenomeno è dovuto all’intervento dell’uomo”.
Non è certo una novità assoluta, ma fa impressione l’analisi in cifre sottoscritta da 243 scienziati. “Nello scorso mese di maggio – si legge- i livelli di CO2 nell’atmosfera sono saliti a quota 419, a causa di consumo di carburanti fossili, produzione di cemento e effetto della deforestazione in varie parti del pianeta. Mai, in 3,6 milioni di anni si è raggiunto un livello del genere”. Intanto il livello del metano nell’atmosfera è due volte e mezzo sopra i valori del secolo scorso. A queste considerazioni macro possono essere aggiunte le indagini sul campo dei “detective” del clima, i sette esperti del WWAI (World Weather Activity) che hanno dimostrato come solo l’attività umana può esser colpevole per il riscaldamento innaturale della cittadina di Lytton in Canada (49,6 gradi a luglio) o della siberiana Verkhovansk (38 gradi in quella che era un rifugio per orsi polari).
Dati questi valori, è il responso della comunità scientifica, il mondo è ormai vicino al punto di non ritorno. Interventi drastici, in grado di ridurre in maniera sostanziale l’utilizzo del carbon fossile possono limitare i dramma, ma comunque la temperatura del pianeta salirà ancora di un grado e mezzo fino al 2040 e di 1,6 gradi al 2050 prima di invertire la curva. Ma se si continuerà con l’andazzo attuale, è il monito del report che farà da base scientifica alla conferenza di Glasgow sul clima del prossimo novembre, le temperature saliranno di 1,9 gradi entro il 2040, addirittura di 3 gradi nel 2060 e di 5,7 alla fine del secolo, quando il livello dei mari sarà di mezzo metro più alto.
Ecco l’emergenza che sta condizionando (e ancor più condizionerà) l’andamento dei mercati finanziari e della politica. Vale per l’automobile, dove gli Usa hanno appena raggiunto l’Europa con forti limitazioni ai motori a combustione dal 2030, così come le attività industriali più inquinanti. Così come coinvolge i servizi, a partire dal turismo, Ma vale altrettanto per le attività finanziarie, dalle assicurazioni ai bond non solo verdi.